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Si è conclusa oggi la seconda edizione di Green Blue Days, il forum sulla sostenibilità sistemica che si è svolto quest’anno a Taranto dal 9 all’11 ottobre.

È-Vento è stata la parola chiave della tre giorni di incontri tematici ed esibizioni sullo sviluppo sostenibile che si è aperta domenica scorsa con una veleggiata nel Golfo di Taranto. L’edizione 2022 è partita all’insegna del mare e dello sport con un’iniziativa coordinata dalla Sezione della Lega Navale Italiana di Taranto e dalla Marina Militare che ha registrato la presenza di quasi 50 imbarcazioni che hanno navigato a vela in Mar Grande in una bella giornata di sole. Nella stessa giornata, la Sezione della Lega Navale ha accolto  i partecipanti all’evento nella sua bella sede sul mare per un aperitivo inaugurale. L’appuntamento è stato arricchito dalla firma di un Protocollo d’intesa tra la Lega Navale di Taranto e il locale Ordine degli Ingegneri e dall’incontro del Presidente Nazionale della LNI Marzano con gli atleti della Sezione di Taranto. L’accordo, siglato dal Presidente della Sezione Flavio Musolino e dal Presidente dell’Ordine degli Ingegneri della provincia di Taranto Luigi De Filippis, mira all’abbattimento delle barriere architettoniche in Sezione e a favorire l’accessibilità allo sport per tutti, facendo seguito all’intesa sottoscritta a livello nazionale lo scorso 2 maggio a Roma. Nel corso della serata, il Presidente Marzano ha incontrato e premiato la vogatrici della Sezione di Taranto vincitrici del Campionato italiano assoluto specialità Lance 10 remi e salutato i giovani atleti del gruppo canoa velocità che saranno protagonisti il prossimo 15 ottobre del Trofeo Nazionale LNI-FICK a Sabaudia.

Il 10 ottobre, il Presidente Marzano ha presenziato all’inaugurazione del Forum di Green Blue Days insieme a numerose autorità civili e militari. Hanno portato il loro saluto il Sindaco di Taranto, Dott. Rinaldo Melucci, il Sottocapo di Stato Maggiore della Marina Militare, Amm. Giuseppe Berutti Bergotto, il Presidente dell’Autorità di Sistema Portuale Mar Ionio-Porto di Taranto, Dott. Sergio Prete, il Rettore dell’Università degli studi di Bari Aldo Moro (UniBa), Prof. Stefano Bronzini, il Presidente dell'Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca (ANVUR), Prof. Antonio Uricchio, il Direttore del Dipartimento Jonico di UniBa, Prof. Paolo Pardolesi, il Presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana, Ing. Giorgio Saccoccia e il Direttore del CNR IRISS, Dott. Massimo Clemente.

Nel suo intervento, l'Ammiraglio Marzano ha parlato delle quattro aree che costituiscono la missione istituzionale della Lega Navale Italiana da 125 anni: salvaguardia dell’ambiente marino, diffusione della cultura del mare, promozione della nautica solidale e dello sport per tutti. Il Presidente della LNI ha illustrato, in particolare, le iniziative che riguardano la diffusione tra i giovani del rispetto e della protezione del mare dall’inquinamento, il monitoraggio dell’ambiente marino grazie alla collaborazione scientifica con università ed enti di ricerca, oltre alle campagne di pulizia dei fondali e delle spiagge organizzate dalle Sezioni su tutto il territorio nazionale. Ne è un esempio il progetto NauticAttiva, un’applicazione recentemente realizzata in collaborazione con i ricercatori dell’Università di Bari Aldo Moro che ha visto come operatori attivi nel monitoraggio delle plastiche e della flora e della fauna marina le Sezioni LNI di Brindisi, Mola di Bari, Taranto e Trani.

Il Presidente Marzano ha poi espresso il proprio plauso e ringraziamento alle organizzatrici di Green Blue Days, Sonia Cocozza, Elisabetta Masucci e Rosy Fusillo.

 

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Dal 9 all’11 ottobre Green Blue Days torna con un’edizione itinerante a Taranto. Il primo forum sulla sostenibilità sistemica guarda al Sud come laboratorio d’idee per la Generazione Z, accogliendo al suo interno i massimi esperti in sostenibilità a livello nazionale ed internazionale e progettualità speciali in chiave sostenibile nell’area dedicata alle Exhibition. Ambasciatrice anche per la II edizione la conduttrice TV Veronica Maya.

L’iniziativa si svolgerà in due location d’eccezione – Ex Caserma Rossarol, Sede del Dipartimento Jonico dell’Università degli Studi di Bari Aldo Moro e Castello Aragonese - dove avranno inizio i talk sulla sostenibilità, in modalità agorà, raccontati anche attraverso un percorso educational costruito con progetti speciali realizzati dal Politecnico di Bari, dall’Ordine degli Architetti di Taranto, dall’Enea, da designer indipendenti e da aziende produttrici.

La città di Taranto diventa il luogo giusto in cui narrare la transizione, evidenziando le realtà virtuose territoriali, portate avanti da giovani start up, associazioni, collettivi ed aziende, partendo dalla parola Vento, che aprirà i lavori il 9 ottobre con una Veleggiata con oltre quaranta imbarcazioni. L’iniziativa è coordinata dalla Sezione della Lega Navale Italiana di Taranto e dalla Marina Militare in sinergia con le Università Aldo Moro di Bari - Dipartimento Jonico ed il Politecnico di Bari. Ospiti d’onore, Nave Magnaghi e Nave Palinuro della Marina Militare. Con un approccio multidisciplinare, la veleggiata rappresenta un’opportunità di confronto tra atleti, docenti, giovani su come lo sport sia vettore trainante a livello economico, sociale ed ambientale.

Il 10 ottobre si terrà la cerimonia inaugurale del Forum alla presenza di numerose autorità civili e militari. Il Presidente Nazionale della Lega Navale Italiana, Amm. Donato Marzano, interverrà con un indirizzo di saluto.

Creare condizioni di incontro tra tanti soggetti, coinvolgendo in particolar modo i giovani attraverso azioni concrete, sono questi alcuni degli obiettivi principali che le fondatrici della manifestazione Sonia Cocozza, Rosi Fusillo ed Elisabetta Masucci attivamente impegnate a diffondere la sostenibilità sistemica, mettono in moto in ogni edizione, facendo rete, sostenendo le progettualità di giovani start up, di designer indipendenti, di produttori.

L’obiettivo è quello di promuovere, divulgare e di sensibilizzare, con un linguaggio accessibile e trasversale, giovani e meno giovani alla cultura della sostenibilità, intimamente connessa al territorio. Una direzione concreta, che ha già visto tanti di loro a lavoro lo scorso 27 settembre con il Taranthon, il primo Hackathon per la città di Taranto firmato Green Blue Days che ha coinvolto aziende nazionali nel lancio di alcune sfide sostenibili. Otto sfide per otto gruppi e più di cinquanta ragazzi a lavoro.

Venerdì 30 settembre, in occasione della "Notte dei Ricercatori” a Matera presso la sede della Lega Navale Matera-Castellaneta, si è tenuto un importante confronto sui cambiamenti climatici ed i suoi effetti sulle spiagge, a partire da uno studio sull’area pilota di Metaponto, nonché sul tema della difesa e della valorizzazione delle coste della Basilicata.

La ricerca sul territorio lucano è stata portata avanti dall’Università della Basilicata grazie alla preziosa direzione scientifica del Prof. Michele Greco, con la collaborazione della Lega Navale Italiana e della Società Nazionale di Salvamento. Lo studio sull’indice di sicurezza del litorale di Metaponto diventerà un progetto pilota negli standard di sicurezza per la balneazione.

Ambiente, ricerca, innovazione e contrasto ai cambiamenti climatici, sfide europee a cui si può rispondere con progetti all’avanguardia e con le linee di investimento del PNRR sono i temi trattati dal Sottosegretario agli affari europei, On. Enzo Amendola.

L’impatto dei cambiamenti climatici sulle comunità e sull’economia costiera rappresenta un ambito di particolare interesse perché l’esistenza stessa della costa è sensibilmente legata alle dinamiche del mare, che può creare opportunità ma anche forti criticità. Questo è stato l’approfondimento proposto nella relazione scritta inviata dal Presidente nazionale dell’Associazione Nazionale Comuni d’Italia (ANCI), Antonio Decaro.

L’Assessore all’Ambiente, al Territorio e all’Energia della Regione Basilicata, Cosimo Latronico si è soffermato sull’innalzamento del livello del mare che a seguito per l’appunto dei cambiamenti climatici in atto, soprattutto per le nostre realtà del Mediterraneo e specificatamente per la Basilicata, significa da subito perdita di habitat naturali ed antropici, stravolgimento delle economie costiere e perdita di suolo, costringendo l’ambiente antropico e le città costiere a doversi allontanare lasciando luoghi e valori.

La “Notte dei Ricercatori” è un’iniziativa promossa dalla Commissione Europea dal 2005 che coinvolge ogni anno migliaia di ricercatori e istituzioni di ricerca in tutti i paesi europei, con l’obiettivo principale di creare occasioni di incontro tra mondo della ricerca e le comunità di cittadini per diffondere la cultura scientifica e la conoscenza delle professioni della ricerca in un contesto informale e stimolante.

L’incontro è stato organizzato dall’Università di Basilicata, dalla Sezione della Lega Navale di Matera-Castellaneta e dalla Società Nazionale di Salvamento con la volontà di diffondere e divulgare la conoscenza condividendola nella maniera più diretta ed immediata, rendendo quanto mai accessibili alcuni temi, anche difficili, che spesso occupano le prime pagine dei notiziari e che richiamano l’attenzione e la curiosità del cittadino comune, così come stimolare i giovani ad osservare in maniera critica ciò che accade intorno a loro e nel mondo.

Il convegno è stato moderato dal giornalista Francesco Bianchi e coordinato dal dirigente del Centro di Educazione Ambientale della locale Sezione della Lega Navale, Marco Pagano. Hanno partecipato: Michele Greco dell’Università degli Studi di Basilicata; Enzo Amendola, Sottosegretario di Stato per gli affari europei (da remoto); Francesco Arbia, vice presidente dell’Ordine dei Geologi di Basilicata; Cosimo Latronico, Assessore all’Ambiente della Regione Basilicata e Francesco Simonetti della Società Nazionale di Salvamento. È stato letto un intervento scritto di Antonio Decaro, Presidente Nazionale ANCI e portato il saluto della Delegata della Lega Navale Italiana per la Puglia e la Basilicata, Francesca Zei, che si è fatta promotrice di questo evento per la Presidenza Nazionale della LNI.

L’obiettivo dell’Università, della Lega Navale e della Società Nazionale di Salvamento, condiviso dalla Regione Basilicata, è di coinvolgere i sindaci, le comunità e gli operatori economici del territorio costiero affinché lo studio pilota sugli indici di sicurezza delle spiagge possa essere ampliato all’intera Regione.

 

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Il prossimo 3 settembre si celebrerà la XXII edizione del Trofeo del Mare nella splendida cornice del Porto Turistico di Marina di Ragusa.

Il Trofeo del Mare - Premio Internazionale Uomini e storie è un evento riconosciuto a livello locale e nazionale, capace di ispirare grazie alle sue storie di tutela dell’ecosistema marino, in linea con gli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite. Il Premio, da 22 anni, intende valorizzare territori, personalità, organizzazioni, istituzioni, oltre alla cultura ed il rispetto dell'ambiente. Il Trofeo mira a promuovere stili di vita che siano d'esempio per le nuove generazioni, ispirati a esperienze di mutualità, solidarietà, e tutte quelle forme di impegno individuale e collettivo finalizzate al superamento di situazioni di degrado umanitario, sociale e ambientale.

Da anni la Lega Navale Italiana è al fianco del Trofeo del Mare e ha confermato il suo impegno come partner istituzionale al fine di contribuire alla crescita del Premio e ad affermarne la fama, lavorando insieme ad altri enti per farlo diventare l’evento di punta dell’estate italiana dedicato al mare. È prevista la partecipazione alla serata di premiazione anche del Presidente Nazionale LNI, Amm. Donato Marzano.

I vincitori nell'edizione di quest'anno sono: il documentarista subacqueo Roberto Rinaldi, gli esploratori subacquei Enrico Gargiulo e Maria Rosaria Di Natale, la serie documentaristica “Cacciatori di reti fantasma”, il pescatore e guida escursionistica Paolo Fanciulli, l'istruttore Carmelo La Rocca e il Comandante Militare dell'Esercito in Sicilia Maurizio Scardino.

 

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La Società Nazionale di Salvamento di Basilicata, in collaborazione con il Gruppo di Idraulica Marittima della Scuola di Ingegneria dell’Università degli studi della Basilicata e la Lega Navale Italiana, hanno condotto studi specifici sulla sicurezza alla balneazione sulle aree pilota lucane del litorale di Metaponto Lido, tra le foci dei fiumi Bradano e Basento, e sugli invasi di Montecotugno e Pertusillo.

I primi risultati sono stati oggetto due tesi di laurea della Scuola di Ingegneria dell’Ateneo lucano e rappresentano uno dei primi dimostratori nazionali circa la valutazione della sicurezza alla balneazione in ambiente costiero e lacustre. Gli studi dei laureandi mettono in evidenza due risultati diversi: mentre sulle spiagge di Metaponto la classificazione della sicurezza della balneazione è riconosciuta come buona, la valutazione dell’Indice di sicurezza per gli invasi di Montecotugno e Pertusillo è considerata bassa.

Nel 2003 l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha pubblicato le Linee guida per la sicurezza degli ambienti acquatici nei quali vengono svolte attività ricreative, acque costiere ed interne, che sono state utilizzate come base scientifica per l’elaborazione della Direttiva europea sulle acque di balneazione. Secondo l’OMS la qualità delle acque di balneazione viene classificata in 4 categorie (eccellente, buona, sufficiente, scarsa).

Dopo aver classificato le acque di balneazione in base alla loro qualità, quindi, è necessario anche valutare la sicurezza alla fruizione di dette acque integrando l’aspetto qualitativo con le caratteristiche sistemiche dell’ambiente fisico dove si pratichi la balneazione.

È stato possibile rilevare questi risultati grazie all’applicazione della norma 11745:2019 dal titolo: “Sicurezza della società e del cittadino – Qualificazione delle aree di balneazione ai fini della sicurezza dei bagnanti” ai siti pilota lucani.

La norma fa riferimento alle aree marine, lacustri e fluviali, nelle quali si può fare il bagno, censite dal Portale delle Acque del Ministero della Salute di libero accesso al pubblico. Esse sono precisamente delimitate da punti di inizio e di fine, misurano in media 1000 metri di lunghezza, presentano una sostanziale omogeneità per caratteristiche geo-morfologiche e per di tipo di pressione antropica. Dunque attraverso la misurazione dei fattori di rischio di natura geomorfologica e di natura fisica, come:

  • la ripidità della battigia superiore al 5%, che comporta una pendenza particolarmente ripida del fondale antistante;
  • gli elementi del fondale, naturali o antropici (barre, pennelli, scogliere parallele, ecc.), che favoriscono il formarsi di correnti concentrate o "rip current" che sviluppandosi alla superficie dell’acqua, trasportano i bagnanti verso il largo;
  • l’analisi delle buche o dislivelli improvvisi del fondale, insieme alla valutazione delle misure di sicurezza (boe, bagnini, kit per primo soccorso, defibrillatori..).

In definitiva questi studi rappresentano uno strumento utile per fare ripartire una interlocuzione con le istituzioni competenti e per fare in modo che questi indici siano al servizio di una comunicazione turistica delle spiagge.

Il Progetto M.A.R.E. (Marine Adventure for Research & Education) è giunto a destinazione dopo 12 settimane di navigazione e 1500 miglia nautiche percorse lungo tutto il Tirreno.

Lo scorso 25 luglio si è svolto presso il Circolo Ufficiali della Marina Militare alla Maddalena (OT) l’evento conclusivo del progetto, alla presenza di istituzioni e rappresentanti di enti partner dell’iniziativa. Per la Lega Navale Italiana è intervenuto il Direttore Generale Gabriele Botrugno.

L’iniziativa scientifica, promossa dal Centro Velico Caprera in collaborazione con One Ocean Foundation, ha indagato lo stato di salute del nostro mare, analizzando la biodiversità marina e monitorando l’inquinamento ambientale. La Lega Navale Italiana ha patrocinato il progetto e fornito il suo supporto all’equipe del catamarano ONE che ha condotto le rilevazioni grazie al coinvolgimento di diverse Sezioni. Gli scienziati dell’Università degli Studi dell’Insubria e di One Ocean Foundation completeranno nei prossimi mesi le ricerche e pubblicheranno le conclusioni utili per una più profonda comprensione del mar Tirreno.

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