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L'Italia, anche nel 2021, è leader mondiale nel mercato dei superyacht (sopra i 24 metri). Con 407 yacht in costruzione su un totale globale di 821, infatti, l'industria italiana porta a casa il maggior numero di ordini registrato dal 2009, aggiudicandosi quasi metà (49,6%) degli ordini mondiali: una crescita di 9 unità (0,3%) rispetto al 2020. Uno stacco notevole rispetto ai secondi e terzi in classifica, Turchia e Paesi Bassi, fermi rispettivamente a 76 e 74 ordini.

A sottolineare il dato del Global order book è la terza edizione, appena pubblicata, di Monitor, rapporto statistico realizzato dall'Ufficio studi di Confindustria Nautica con la collaborazione di Fondazione Edison e Assilea e il patrocinio del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.

Nel complesso l'industria nautica italiana, secondo l'indagine condotta dall'Ufficio studi di Confindustria nautica, chiuderà il 2020 con un fatturato globale in linea con il 2019, attorno a 4,8 miliardi di euro.

Un 2020 chiuso in pareggio per la cantieristica nautica italiana, che ha recuperato dopo il lockdown. Per l'anno nautico in corso, che si chiuderà a settembre, le previsioni però sono positive: due aziende su tre dell'industria nautica indicano una crescita e solo il 7% una possibile contrazione. E' il risultato in sintesi dell'indagine condotta fra gli associati dall'ufficio studi di Confindustria Nautica e presentata oggi in occasione dell'assemblea generale annuale.

Il 44% delle imprese della cantieristica nautica intervistate sul trend del fatturato 2020 indica una crescita e il 41% una contrazione. Per accessori e motori la riduzione è analoga mentre il 35% indica stabilità. Più pesante la situazione per il turismo nautico che sconta gli effetti della pandemia sugli spostamenti internazionali. Se per la portualità e i servizi circa il 57% del campione segnala una riduzione di fatturato, il dato sale all'82% per il charter nautico e per 2 imprese su 3 la contrazione è superiore al 20%.

Per il futuro però le previsioni sono più ottimistiche rispetto al consuntivo 2020 anche per il turismo nautico: 44% crescita e 50% stabilità per marina e servizi, 50% crescita e 26% stabilità per il charter.

Il Salone Nautico di Venezia sta selezionando una serie di progetti di barche che abbiano caratteristiche elevate e sostenibili nell’ambito di un bando internazionale volto a coinvolgere progettisti, designer e studenti. L’appuntamento è in programma dal 29 maggio al 6 giugno prossimi e metterà a disposizione un arsenale per esporre i progetti in questione, senza distinzione tra le tipologie di materiale ed il design, sia in forma singola che associata.

Due le categorie presenti: yacht a vela e motore appartenenti a classi fino a 24 metri; mezzi di trasporto di persone e/o mezzi per acque interne.

Si potranno presentare progetti che non siano di data superiore agli ultimi cinque anni, di conseguenza non oltre il 2016: ogni iniziativa dovrà però avere a che fare con gli interni, la componentistica di dettaglio, la struttura oppure ancora il sistema propulsivo. Non esistono nemmeno limiti riguardo alla pubblicazione delle opere in riviste settoriali o altri concorsi dello stesso tipo.

La luce che inonda ogni locale, dalla cabina armatoriale allo studio medico di bordo, per ridefinire il concetto di piacere di vivere il mare. E’ questa l’essenza del nuovo giga yacht ibrido Benetti, FB272 M/Y “Luminosity“, un palazzo di vetro in movimento, che regala una vista impareggiabile e sempre diversa a seconda del panorama circostante.

Lo spettacolare design degli esterni del giga yacht è opera della collaborazione tra Zaniz Jakubowski, Andrew Langton e Giorgio M. Cassetta, mentre gli interni sono interamente a firma di Zaniz Jakubowski. Realizzato con scafo in acciaio e sovrastruttura in alluminio, Luminosity è lungo 107,6 metri e largo 17. E’ il secondo dei tre giga yacht di oltre 100 metri di lunghezza a essere stato costruito durante la “Benetti Giga Season”.

Avvolta da oltre 800 metri quadrati di vetrate che circondano il Main Deck, “Luminosity” è diventata per Benetti una barca da record. Le finestrature, alte 3 metri, sono completamente ininterrotte e danno allo yacht la sensazione di essere sospeso sul mare. La prua diritta garantisce brillanti credenziali in termini di tenuta del mare e un’ampia area del ponte di prua offre agli ospiti un avvincente punto di osservazione per godere della navigazione e rilassarsi.

Il 2021 del Gruppo Grimaldi si apre con l'arrivo di tre navi ultramoderne. La Eco Barcelona è già stata consegnata: le altre due, la Grande Texas e la Eco Livorno, entreranno a far parte della flotta entro la fine di questo mese. Tanto le due gemelle Eco, destinate al trasporto di merci rotabili nel Mediterraneo, quanto la Grande Texas, sesta delle sette unità pure car & truck carrier commissionate al cantiere cinese Yangfan di Zhoushan, contribuiranno a rendere la flotta più giovane e ecosostenibile.

La Eco Barcelona, che batte bandiera italiana, è la seconda delle 12 unità ibride della nuova classe Grimaldi Green 5th Generation (GG5G) commissionate al cantiere cinese Jinling di Nanjing: le navi GG5G non sono solo le più grandi unità ro-ro al mondo per il trasporto marittimo di corto raggio, ma anche le più ecofriendly.

«Siamo pronti ad aprire a maggio, anzi il 27 aprile, per permettere a piccoli e grandi cantieri di andare avanti con i rispettivi ordini in vista della stagione estiva e dell'appuntamento autunnale del Salone Nautico di Genova». A dichiararlo è Saverio Cecchi, presidente di Confindustria Nautica.

«Sulla base delle indagini svolte presso le aziende associate il nostro ufficio studi ha stimato un calo di fatturato del 13% al 15 aprile scorso», dichiara Cecchi a ItaliaOggi, «con una proiezione fino al 42% al 15 maggio. Non possiamo più aspettare: le nostre aziende sono caratterizzate da un ciclo produttivo fortemente stagionale, lo stiamo perdendo e con esso si perdono migliaia di posti di lavoro».

Già a inizio mese Confindustria Nautica ha inviato al governo un dossier tecnico a sostegno della Fase 2. «L'adozione di accordi con i sindacati e di rigidi protocolli sanitari», sottolinea Cecchi, «il ritorno al lavoro dei dipendenti su base esclusivamente volontari, le dimensioni e la tipologia delle nostre aziende, la media di 10 occupati per impresa, la localizzazione per l'80% della filiera nelle regioni meno coinvolte nel contagio, fanno di quella nautica l'ideale filiera pilota per testare la riapertura controllata e progressiva delle attività produttive».

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