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La Lega Navale Italiana, da sempre attenta e vicina alle attività ambientali del nostro territorio, non poteva di certo farsi sfuggire un evento spettacolare come quello avvenuto in Liguria qualche giorno fa, durante i corsi pratici di patente nautica, portati avanti dalla Sezione di Milano della Lega Navale Italiana. Un gruppo di delfini hanno infatti accompagnato l’imbarcazione adibita alle attività nautiche.

Non è la prima che i cetacei mostrano particolare interesse per le barche, anzi, è una circostanza abbastanza comune. Ma perché?

Benché si possa avere l’impressione negativa di urtare gli animali durante la navigazione, in realtà i piccoli mammiferi marini amano nuotare e attraversare l’onda di prua delle barche e delle navi. Ma non lo fanno solo per divertimento. I delfini, infatti, sfruttano le correnti create dalle imbarcazioni per farsi spingere e quindi faticare di meno nel loro viaggio. Questo comportamento viene definito dagli etologi bowriding (cavalcare le onde), anche se è difficile capire il perché di certe abitudini, in quanto non è facile studiarle.

C’è un altro motivo, però, che spinge l’istinto dei delfini ad avvicinarsi alle barche: il cibo. I mammiferi sanno che, prima o poi, arriverà in mare un pezzo di pane o, perché no, avanzi di piccoli pesci, di cui sono ghiotti. Va specificato come, spesso, siano i delfini stessi che, sentendo il rumore di un’imbarcazione, cambiano volontariamente rotta per raggiungerla.

Tuttavia anche i delfini hanno un loro codice di condotta da rispettare ben preciso, per evitare che questo loro “gioco” si trasformi in un pericolo.

La speranza è che i delfini non smettano mai di accompagnarci nei nostri viaggi sulla cresta dell’onda. Chi abbia avuto la fortuna di avere un incontro con i tursiopi, infatti, sa con quale entusiasmo e curiosità essi si avvicinino all’essere umano e soprattutto che emozione e senso di libertà suscitino questi magnifici ed eleganti animali.

Sabato 25 gennaio si è concluso a Varese “Tra Legno e Acqua”, l’annuale convegno nazionale dedicato al mondo della nautica d’epoca e tradizionale giunto nel 2020 alla settima edizione, organizzato dall’Associazione Vele d’Epoca Verbano con il contributo della Regione Lombardia. Anche quest’anno il prestigioso Palace Grand Hotel della città lombarda ha ospitato oltre 160 partecipanti provenienti da tutta Italia, tra i quali una nutrita rappresentanza della Marina Militare. Il convegno è stato preceduto nella giornata di venerdì da una tavola rotonda sul Lago Maggiore dove si è discusso di nuovi approdi per le imbarcazioni storiche. Domenica si è svolta sul Lago di Como una visita esclusiva al Piroscafo Concordia del 1926.  

Un’altra edizione di “Tra Legno e Acqua”, il Convegno Nazionale sul Recupero e la Valorizzazione delle Imbarcazioni d’Epoca e Storiche, va in archivio. Sabato 25 gennaio 2020 si è conclusa presso il Palace Grand Hotel di Varese la settima edizione di quello che in pochi anni è diventato il più importante convegno nazionale dedicato al mondo della marineria tradizionale, organizzato annualmente dall’AVEV, Associazione Vele d’Epoca Verbano, con il contributo della Regione Lombardia. A completamento di una tre giorni dedicata alla nautica vintage l’evento è stato preceduto nella giornata di venerdì 24 gennaio da una tavola rotonda aperta al pubblico tenutasi presso il Circolo Velico Medio Verbano di Cerro di Laveno, sulla sponda orientale del Lago Maggiore, dove si è discusso di potenziali approdi per le imbarcazioni storiche-tradizionali quale veicolo per nuove attrazioni turistiche. La giornata di domenica 26 gennaio invece è stata dedicata alla visita a Tavernola, sul Lago di Como, a un vero e proprio monumento della storia navale nazionale, il Piroscafo Concordia. Dopo oltre 90 anni l’unità, lunga 53 metri e varata nel 1926, naviga ancora ed effettua trasporti di linea. La manifestazione è stata resa possibile grazie al sostegno di sponsor quali: la Veleria Zaoli Sails, Cantiere Ernesto Riva, Casa Editrice Mursia, Cromatura Cassanese, Studio Giallo & Co., Agricole Gussalli Beretta. Patrocinatori del convegno sono stati l’Università degli Studi di Genova, l’Associazione Musei Marittimi del Mediterraneo, Yacht Club Italiano, FAI Fondo Ambiente Italiano, FIBaS Federazione Italiana Barche Storiche, VSV Vele Storiche Viareggio, AIVE Associazione Italiana Vele d’Epoca, ASDEC Associazione Scafi d’Epoca e Classici, Gestione Navigazione Laghi, ISTIAEN Istituto Italiano di Archeologia e Etnologia Navale. Tra gli oltre 160 partecipanti intervenuti a Varese anche una nutrita rappresentanza della Marina Militare, guidata dal Capitano di Fregata Angelo Bianchi dell’Accademia Navale di Livorno.

A testimonianza di quanto il convegno, già da diverse edizioni, stia assumendo una connotazione di carattere internazionale le relazioni tenute da Doug Leen e Jean-Philippe Mayerat. Il primo è un ex Ranger americano e veterano del Vietnam, che ha descritto il restauro del suo rimorchiatore in legno Katahdin del 1899 sul quale ha navigato in Alaska per ben 16 anni per poi fare ritorno a casa a Seattle, nello stato americano di Washington. Il maestro d’ascia svizzero Mayerat ha invece raccontato il progetto di ricostruzione della lancia a vapore di inizio Novecento Le Corsaire, da compiersi presso il suo cantiere di Rolle sul Lago di Ginevra dove ogni due anni si svolge la “Fête des canots“, raduno di piccole imbarcazioni in legno che nel 2019 ha festeggiato le trenta edizioni. Lo storico Giovanni Panella ha infine presentato due testi di nautica fuori commercio, “Pescatori e barche di Sicilia” e il manuale pratico in lingua francese “Restaurare non è riparare”. Entrambi i libri sono reperibili attraverso la Federazione Italiana Barche Storiche. Tra le novità riguardanti il Museo della Barca Lariana di Pianello Lario (CO) la digitalizzazione dell’archivio storico, la realizzazione di tavole tattili per gli ipovedenti, di corsi di vela per disabili e la costruzione di nuove passerelle aeree per la visione sopraelevata delle imbarcazioni esposte.

Se l’architetto Roberto Biscardini ha rinnovato la proposta di riaprire i 140 chilometri dei Navigli lombardi, ripristinando la navigabilità che già a fine del Trecento permise di fare arrivare a Milano i marmi per la costruzione del Duomo, il professor Claudio Bonvecchio (in teleconferenza) ha raccontato la storia fantastica e misteriosa delle polene, spesso così sensuali, altere e imperturbabili, misterioso collegamento tra la tecnica marinara e il mondo inquietante del mare. Allo storico e giornalista Bruno Cianci il compito di rendere un tributo agli yacht d’epoca persi o naufragati tra il 1885 e il 1951, descritti nella sua ultima fatica letteraria dal titolo ‘Scomparse e indimenticabili’.

Obiettivi importanti invece per la neonata FIBaS, la Federazione Italiana Barche Storiche che, come raccontato dal suo vice presidente, il toscano Roberto Giacinti, nei prossimi mesi individuerà le caratteristiche indispensabili affinchè alle barche richiedenti possa essere rilasciato un certificato attestante il possesso dei requisiti di storicità come da tempo fa ASI per le auto. Il progettista nautico milanese Paolo Lodigiani ha raccontato l’impresa compiuta a bordo del suo Bat, cutter aurico inglese del 1889 lungo appena 5,20 metri con il quale la scorsa estate ha compiuto la circumnavigazione dell’Italia da Sanremo a Trieste, percorrendo 1700 miglia di mare in 61 giorni e facendo tappa in 53 porti. Il velista Enzo Marolli ha riportato la platea al 1925, anno in cui il Cantiere Baglietto varò Ali Baba, il primo yacht italiano della classe 8 Metri Stazza Internazionale (seconda formula), restaurato recentemente dal cantiere Ernesto Riva di Como. La barca parteciperà al prossimo Campionato del Mondo di Classe che si svolgerà a Portofino nel 2021.

Rossana Paloschi Zaoli, dell’omonima famosa veleria ligure, ha raccontato la costruzione dell’intero set di 24 vele realizzate qualche anno fa, in soli 45 giorni di lavoro, per l’Amerigo Vespucci, per un totale di 2.650 metri quadrati e un peso di oltre 5.000 chilogrammi. Per confezionarle sono stati necessari 6.624 metri quadrati di tessuto di lino, oltre un chilometro e mezzo di cavo di canapa, quasi 80.000 metri di filo cerato e 236 chili di pelle di vacchetta per rifinire le ralingature. Affascinante al pari di un’investigazione la ricerca storica e le analisi dendrocronologiche, effettuate per scoprire la datazione dei legni, compiute dallo yacht designer Silverio Della Rosa sulla sua deriva Oblio di fine Ottocento. Alla ricercatrice e designer navale Claudia Tacchella il compito conclusivo di raccontare la storia dei battelli a vapore e in particolare quella del Piroscafo Concordia del 1926, ancora oggi navigante sul “ramo del lago” di manzoniana memoria, invitando tutti i partecipanti alla visita che si sarebbe svolta il giorno successivo a Tavernola, sul Lago di Como.     

Una vera attrattiva del convegno è stata l’inaugurazione della costruzione in diretta della nuova polena in legno di tiglio di Pandora, goletta a gabbiole lunga quasi 30 metri costruita in Russia in legno di pino nel 1994, di base a La Spezia. L’artista scultore valtellinese Davide Holzknecht, riprendendo le linee del modello in plastilina in scala 1:2, ha cominciato a intagliare la figura femminile che si ispira al mito greco di Pandora. La nuova polena, alta 1,40 metri e pesante un quintale, verrà installata a bordo nel corso della prossima primavera. Insieme all’artista erano presenti gli armatori di Pandora, Luca Buffo e Fanja Raffellini, che attraverso l’associazioneVela Tradizionale compiono ogni anno decine di uscite in mare con a bordo allievi desiderosi di imparare la navigazione su uno scafo tradizionale. In esposizione al Palace anche le splendide opere della pittrice acquerellista genovese Emanuela Tenti, habituè di questo genere di eventi, del milanese Sandro Feruglio, uno dei pochi che possa pregiarsi del titolo di Pittore di Marina conferitogli dalla Marina Militare, e del fotografo Marco Trainotti.     

Nuovo appuntamento con le serate a tema per la sezione di Biella della Lega Navale Italiana. Giovedì 16 gennaio – alle ore 21, presso la sede di Palazzo Ferrero – si terrà una incontro con

Alessandra Bielli, laureata in oceanografia all’università di Marsiglia, attualmente impegnata in un programma di salvaguardia delle tartarughe marine e dei delfini con utilizzo di una nuova tecnologia luminosa inserita sulle reti da pesca.

La studiosa illustrerà ai presenti l’universo degli oceani, facendo scoprire gli ecosistemi e il mondo della pesca; proprio su questa tematica, si concentrerà spiegando il rapporto tra pesca sostenibile e mondo marino.

Mercato nautico in crescita anche nel 2020. L'indagine condotta da Ucina Confindustria nautica fra i soci, ha sottolineato come il 62% delle aziende dichiari, sulla base del portafoglio ordini, una crescita del fatturato nel prossimo anno che nel 2018 è stato di 4,27 miliardi di euro. Solo l'11% prevede una contrazione, comunque sotto il 5% rispetto al 2019.

Entrando nel dettaglio delle cifre, si può notare come il 37% ipotizzi una crescita fino al 5%, il 14% fra il 5 e il 10% e l'11% addirittura sopra il 10%. Per il 27% invece, il 2020 non porterà cambiamenti in positivo o in negativo, con il fatturato che resterà sostanzialmente stabile. Previsioni in linea con le stime che le aziende avevano fatto nel 2018 sul 2019.

Torna a Varese il più importante appuntamento annuale dedicato al mondo della marineria tradizionale e delle barche in legno aperto alla partecipazione di tutti. Appassionati, studiosi, rappresentanti della cantieristica, giornalisti, storici e navigatori si ritroveranno sabato 25 gennaio 2020 presso il prestigioso Palace Grand Hotel di Varese, a soli 40 minuti da Milano e a poca distanza dalla Svizzera e dai Laghi Maggiore e di Como. Qui, dalle 9 alle 18, si svolgerà la settima edizione di “Tra Legno e Acqua”, il Convegno Nazionale sul Recupero e la Valorizzazione delle Imbarcazioni d’Epoca e Storiche organizzato dall’AVEV, Associazione Vele d’Epoca Verbano, con il contributo della Regione Lombardia.

Tra le relazioni che verranno presentate in occasione del 7° Convegno di Barche d’Epoca quella su “Le polene, il sesso e il mare”, la storia delle “Acque interne e la via del Marmo”, con riferimento alla prossima riapertura dei Navigli di Milano, il libro “Scomparse e indimenticabili” dedicato alle barche a vela andate disperse tra il 1885 e il 1951, le “Gare dei rimorchiatori” e la presentazione della neonata “Federazione Italiana Barche Storiche”. Seguirà il racconto sull’impresa del piccolo “Bat 1889” che ha recentemente circumnavigato l’Italia, il restauro di “Alibabà” del 1925, il primo 8 Metri Stazza Internazionale italiano, la descrizione delle vele realizzate per l’Amerigo Vespucci, la nave scuola della Marina Militare, il restauro della deriva aurica Oblio del 1893 e la storia dei piroscafi a vapore ancora operativi sui laghi nazionali. Durante il convegno l’artista scultore valtellinese Davide Holzknecht intaglierà in diretta, con mazzuolo e scalpello, la polena in legno di tiglio della goletta Pandora, raffigurante una figura femminile ispirata al mito greco di Pandora, che verrà poi installata a bordo entro la primavera 2020.

Il 18 Novembre a Livorno si è svolto, presso la struttura di biologia marina dello "Scoglio della Regina”, il convegno – organizzato dalla sezione LNI di Livorno  e dal delegato della regione Toscana, l’ammiraglio Piero Vatteroni – che ha visto come temi cardini l’inquinamento, i cambiamenti climatici e, l’ormai noto, progetto plastic free.

Nel corso dei lavori, presieduti da Fabrizio Monacci (Presidente della LNI di Livorno), hanno preso la parola l’Ammiraglio Piero Fabrizi (Vice-Presidente Nazionale dell’LNI), il Dott. Gagliardi (Presidente locale dell’Unicef) ed il Maresciallo Ferrandino della Capitaneria di porto di Livorno, che ha illustrato come anche la Guardia Costiera si impegni nella lotta all’inquinamento e nella tutela del mare. Tra i presenti, oltre ai soci della LNI, vi era l’associazione dei cani da salvataggio, con la quale la LNI ha siglato, tempo fa, un protocollo di intesa.

Al convegno è intervenuto, con un ruolo centrale, anche il Prof. Adriano Madonna– biologo marino di fama internazionale e membro del Centro Culturale Ambientale della Lega Navale Italiana – che ha illustrato, in modo dettagliato e accurato, la fragilità del mare e la sua sostenibilità nell’era dei cambiamenti climatici. «Nel Mar Mediterraneo, essendo un ambiente semi-chiuso, è più facile percepire la presenza di plastica, o l’aumento delle temperature! Pertanto sarebbe utile andare a monitorare aree più vaste».
Anche per questo, sono diverse le ricerche scientifiche condotte dal professor Madonna nella Patagonia Argentina, regione conosciuta per il suo clima rigido, ma che, a causa dei cambiamenti climatici che si stanno verificando, si è rivelata in realtà meno fredda del previsto.

Il prof. Madonna ha anche accennato a quello che lui stesso definisce “Paradosso del Mediterraneo”. E’ ormai, infatti, noto che il nostro mare si stia tropicalizzando, e pertanto, le specie tropicali che arrivano nel Mediterraneo fanno poca fatica ad ambientarsi. Paradossalmente, infatti, sono le nostre specie autoctone che, essendo nate in un mare temperato, devono adattarsi alle nuove e calde temperature.
Paradossale, no?

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