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Il trasporto marittimo continua a rappresentare il principale "veicolo" dello sviluppo del commercio internazionale: il 90% delle merci, infatti, viaggia via mare. I trasporti marittimi e la logistica valgono circa il 12% del PIL globale e secondo le ultime previsioni del FMI il PIL mondiale avrà un rimbalzo del 6% nel 2021 e del 4,4% nel 2022, un aumento che riflette le aspettative di un rafforzamento dell'economia alimentato dalla campagna dei vaccini nel corso dell'anno e dall'ulteriore sostegno fiscale in alcune grandi economie. E' quanto emerge dal rapporto "Italian Maritime Economy" di Srm (Studi e ricerche del Mediterraneo) presentato oggi a Napoli nella sua ottava edizione annuale. Un rapporto che chiaramente analizza come il covid-19 abbia condizionato gli equilibri del commercio marittimo mondiale, pur rimanendo il mare protagonista degli scambi commerciali.

"La presentazione del Rapporto - spiega Paolo Scudieri, Presidente SRM - è ormai un appuntamento consolidato e radicato nella nostra Napoli, un momento di riflessione sui temi dello Shipping, dei Porti e della Logistica, che insieme rappresentano il 12% del PIL mondiale ed il 9% circa di quello italiano. SRM ha dunque portato avanti un altro anno di intense attività evidenziando, attraverso i propri studi, il "peso" economico che ha tutta la filiera dell'economia del mare, un asset per la competitività per il Paese. Abbiamo fatto crescere l'Osservatorio convinti che il trasporto via mare sia una risorsa fondamentale per il sistema manifatturiero del nostro Paese che ha un'esigenza permanente di internazionalizzare le imprese e di inviare le proprie merci nei mercati esteri in modo rapido, efficiente ed economico".

Tra i dati che emergono c'è che il 2020, a partire dal secondo semestre, ha visto un incremento della domanda di beni che ha in parte sostituito quella dei servizi per il cambiamento delle abitudini di consumo dovuto alla pandemia e questo ha generato un'impennata dell'ecommerce cresciuto del 30% sul 2019.

Riguardo al trasporto marittimo complessivo si stima per il 2021 un aumento del 4,2% per volumi complessivi maggiori di 12 miliardi di tonnellate, superiori quindi ai livelli preCovid-19, e per il 2022 un ulteriore incremento del 3,1%. Guardando al Mediterraneo in particolar, il Canale di Suez, nell'anno della pandemia ha mostrato una notevole resilienza superando il miliardo di tonnellate di merci, con un numero di transiti pari a quasi 19mila navi. E' dunque rimasto uno snodo strategico per i traffici nel Mediterraneo continuando a rappresentare il 12% del traffico mondiale ed il 7-8% di quello petrolifero. Il governo egiziano ha stanziato 16,9 miliardi di sterline egiziane (1,07 miliardi di dollari) di investimenti per l'esercizio 2020-21, finalizzati alla realizzazione di progetti di sviluppo del Canale e nel mese di maggio ha iniziato nuovi lavori di allargamento di Suez. Si prevede l'ampliamento dell'imbocco meridionale di 40 metri verso la sponda orientale del Sinai e lo scavo dei fondali per portarli da 20 a 22 metri. Sarà allungata di circa 10 chilometri la seconda corsia inaugurata nel 2015, aumentando ancora la capacità del canale e rendendolo più resiliente ad incidenti come quello della Ever Given. Questi lavori dovrebbero concludersi entro 24 mesi.

In generale, porti congestionati a causa dei contagi, super rialzi dei noli, mancanza di container vuoti e blank sailing (rotte cancellate) sono stati i grandi fenomeni che hanno impattato sugli equilibri del traffico marittimo, specie sulle rotte Far East-Mediterraneo e Far-East USA. I noli hanno raggiunto livelli record sulle principali rotte e non mostrano ancora segni di rallentamento; si stima saranno alti nel 2021 con un +22,6% e un riassestamento pari al -9,4% nel 2022 e proseguono intanto il gigantismo navale e il dominio delle grandi alleanze sulle rotte strategiche; gli ordinativi delle navi oltre 15.000 teus sono previsti crescere del +17% al 2023.

 

FONTE: ANSAmed

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