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Il Presidente dell’UNICEF Italia Francesco Samengo e il Presidente dell’Ente di Promozione Sportiva OPES Marco Perissa hanno siglato un Protocollo d’intesa, con l’intento di“promuovere i valori e la pratica dello sport agonistico e amatoriale, contribuendo alla crescita sana dei minori, favorendo la partecipazione e l’inclusione sociale quali mezzi per costruire una società a misura di bambino secondo le direttrici dello sviluppo sostenibile”.

“Nei prossimi mesi, quando usciremo da questa terribile pandemia, siamo pronti a collaborare con OPES Italia per tante iniziative in tutta Italia. Lo sport è un elemento importante per il sano sviluppo dei bambini, tanto da essere stato riconosciuto dalle Nazioni Unite come un diritto fondamentale. Lo sport insegna importanti valori quali amicizia, solidarietà, lealtà, lavoro di squadra, autodisciplina, autostima, fiducia in sé e negli altri, rispetto degli altri, modestia, comunicazione, leadership, capacità di affrontare i problemi, ma anche interdipendenza. Tutti principi, questi, alla base dello sviluppo”, ha detto il Presidente dell’UNICEF Italia Francesco Samengo.

“Siamo certi che il protocollo d’intesa avrà un enorme impatto sul tessuto sociale italiano – ha aggiunto il Presidente nazionale di OPES Marco Perissa -. Le azioni, le iniziative e i progetti che UNICEF ed OPES metteranno in campo forniranno una risposta precisa, soprattutto in questo momento storico, ad un Paese fortemente provato sotto ogni punto di vista dall’emergenza epidemiologica da COVID-19. Facendo leva sullo sport, sulla sua promozione e sulla diffusione dei suoi valori, accompagneremo gli adulti di domani in un percorso di crescita, di educazione e di sviluppo della propria personalità. Se vogliamo cambiare un po’ alla volta il mondo e se vogliamo generare valore nella società, dobbiamo per forza partire dai bambini e dagli adolescenti”.

Come previsto dal Protocollo, il primo impegno comune sarà un’attività di formazione specifica condivisa tra operatori di UNICEF e OPES, rivolta soprattutto ai dirigenti sportivi delle società affiliate all’Ente di Promozione Sportiva riconosciuto dal CONI, che si dovranno confrontare con la programmazione della ripresa delle attività e con i disagi anche psicologici a cui sono stati sottoposti gli atleti più giovani durante il periodo di quarantena.

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