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Sabato 29 e domenica 30 aprile, nello straordinario scenario di Porto Venere, avrà luogo la seconda edizione della Regata della Grande Boa–Trofeo Comandante Belloni, nuova regata d’altura nata da una idea di Davide Besana e organizzata dalle Sezioni di Lerici e Milano della Lega Navale Italiana col patrocinio del Comune di Portovenere e della Marina Militare.

Dopo la prima edizione dello scorso anno, caratterizzata da bella partecipazione e cimento marinaresco per forte libecciata, percorso accorciato e i partecipanti alla ricerca di una piccola Boa più ridossata ma alla deriva per rottura dell’ormeggio, quest’anno la regata - che è prova valida per il Trofeo Challenge LNI Altura 2023 - ripropone la rotta tra Portovenere e la boa oceanografica del CNR, Odas-Italia 1.

Dopo il colpo di cannone alle 09.00 di sabato 29 aprile, suddivisi in classi ORC e Crociera, i partecipanti usciranno dalle bocche di San Pietro - privilegio raramente concesso ad altre manifestazioni - doppieranno la Boa posizionata in mezzo al Mar ligure, a circa 35 miglia a sud- ovest di Portovenere, e quindi torneranno verso il traguardo posto sulla congiungente tra Palmaria e Tino entro il tempo limite delle 13.00 di domenica 30 aprile.

A testimonianza della forte attenzione ed impegno della Lega Navale per le tematiche ambientali, la scelta della boa oceanografica del CNR quale luogo dell’alto mare da doppiare unisce la dimensione della vela d’altura e della passione per il mare ad una eccellenza scientifica del paese.

La Boa ODAS Italia 1 rappresenta infatti un esempio unico di laboratorio marino d’altura a palo. La struttura, posizionata in mare aperto a 40 miglia dalla costa nel bacino ligure-toscano e provenzale, è lunga complessivamente 51 m, di cui 36 immersi e ha un peso a terra di circa 12 tonnellate. Laboratorio completamente autonomo, che trae energia dalle fonti rinnovabili di sole e vento, comunica con il mondo esterno utilizzando un collegamento satellitare. Equipaggiata con un set di sensori meteorologici e una stazione meteo integrata, e dotata di un barometro per misurare la pressione atmosferica e una bussola, permette di raccogliere e trasmettere dati utili ai centri di meteorologia nazionali ed internazionali, contribuendo così alla realizzazione delle previsioni del tempo e permettendo di sviluppare confronti fra le osservazioni da satellite e le misure raccolte direttamente in mare.

Progetto realizzato dal Cnr in collaborazione con l’Acquario di Genova nell’ambito di un’iniziativa cofinanziata del Miur (Legge 6/2000 – Iniziative per la diffusione della cultura scientifica), grazie a filmati e immagini catturati dagli strumenti di bordo consente di osservare l’ambiente marino in condizioni assolutamente naturali, alla scoperta della ricca comunità biologica che questa ‘isola in miniatura’ è in grado di offrire.

“...Ciò che Angelo Belloni ha pensato, immaginato, inventato, osato deve essere reso noto agli italiani.” Così scrive nella presentazione dell’autobiografia di Angelo Belloni “50 anni di mare” l’ammiraglio Gino Birindelli, Capo di Stato Maggiore e medaglia d’oro al valor militare conseguita, insieme a molti altri incursori della Marina, per le azioni contro la flotta nemica compiute durante l’ultimo conflitto mondiale. Azioni eclatanti, fatte da pochi uomini contro la marina britannica, la più potente dell’epoca, rese possibili grazie alle intuizioni strategiche e tecniche del comandante Belloni – a cui è intitolato questo trofeo della Lega Navale -, primo a concepire e a propugnare l’impiego insidioso dei sommozzatori e inventore di numerosi dispositivi subacquei, come il vestito cappuccio, gli autorespiratori a ossigeno o la vasca per l’uscita dai sommergibili immersi, che consentirono le imprese belliche degli incursori della Marina. C’è un legame che unisce le vicende del Comandante alla Grande Boa del CNR in mezzo al Mar ligure. È quello, più o meno, il punto in cui il 4 ottobre 1914 il comandante Belloni dava inizio alla temeraria impresa del furto del sommergibile, commissionato dalla marina russa a Fiat Sangiorgio di cui il Belloni era il collaudatore. Obiettivo dell'impresa - poi arenatasi per il blocco operato dai francesi, timorosi delle conseguenze diplomatiche con l'Italia - era una missione insidiosa dentro la piazza forte di Pola dove affondare le corazzate austriache alla fonda e così determinare il vantaggio del dominio italiano dell’Amarissimo, in previsione dell’inevitabile precipitare in guerra anche dell'Italia, allora ancora neutralista.

La regata ripercorre idealmente il tragitto compiuto dal Belloni fino al punto in cui - sequestrando l'ignaro equipaggio con la scusa di missione segretissima - occultò il battello sotto la superficie per dare inizio alla folle fuga dal sapore dannunziano, inseguito dalla flotta in una specie di nostrana caccia all’ottobre rosso.

Ma il prossimo 30 aprile, da quel punto in mezzo al mar ligure, la rotta sarà nuovamente verso Palmaria e Portovenere, quasi a simboleggiare la conclusione pacifica, 119 anni dopo, di una vicenda di altri tempi e diversa temperie ma con un filo conduttore che giunge fino a noi, l’amore per l’Italia e per il navigar nell’alto mare.

 

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FOTO: Davide Besana

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