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Il Presidente Nazionale della Lega Navale Italiana, Donato Marzano, è stato intervistato da Sandro Addario per la testata online “OsservatoreLibero.it” al fine di conoscere il nuovo Presidente della LNI e sul mandato triennale al timone della storica istituzione italiana.

Ammiraglio, che cosa vuol dire essere dei ‘paladini’?
Identificarsi nello spirito con cui la Lega Navale nacque a La Spezia 123 anni fa. Mettersi al servizio degli altri e attivarsi costantemente per la tutela del mare a 360 gradi, ovvero, per l’ambiente marino, per iniziative sociali ed economiche, per lo sviluppo delle attività sportive marinaresche, soprattutto tra i giovani. In particolare (ma non solo) vela, canoa e canottaggio, dove i migliori che frequentano i nostri corsi possono successivamente essere selezionati dalle varie Federazioni sportive del Coni.

Iscriversi alla Lega Navale non è dunque un punto di arrivo ma di partenza?
Esattamente. Abbiamo circa 60.000 soci e oltre 250 sezioni in tutta Italia. Un grande «equipaggio» ideale che abbina la passione per il mare ad attività anche a carattere sociale.


Qualche esempio?
Quello di sensibilizzare alle non facili leggi del mare i soggetti deboli, come giovani disadattati e in carenza di valori. Ma anche promuovere – grazie anche alla collaborazione dei soci che dispongono di una imbarcazione – uscite in mare e attività sportive per scolaresche e soggetti diversamente abili. Come pure favorire soggetti volenterosi di apprendere una disciplina marinaresca ma non in grado di sopportarne i costi. In sintesi, diffondere la cultura e l’importanza del mare in tutti i suoi aspetti.


La Lega Navale è un ente pubblico. Riceve pertanto sovvenzioni statali?
Precisiamo. È un Ente Pubblico preposto a servizi di pubblico interesse che opera sotto la vigilanza dei ministeri della Difesa e delle Infrastrutture e Trasporti. Come tale non ha fini di lucro e comunque non riceve alcun contributo pubblico.


In altre parole, dovete fare da voi?
Le nostre uniche entrate sono le quote sociali, peraltro molto contenute anche per favorire la maggiore aggregazione possibile.


Ammiraglio Marzano, lei ha lasciato il servizio attivo in Marina dopo 44 anni di carriera arrivando fino al prestigioso e strategico incarico di Comandante in capo della Squadra Navale. Come si sente ora al timone della Lega Navale Italiana?
Non mi sento cambiato. Sono il marinaio di sempre che va avanti sulla sua rotta, rispettando il mare e le sue regole, ma in particolare preoccupandosi di far conoscere quanto il mare sia strategico per il nostro Paese e funzionale al nostro benessere.


Qual è l’agenda dei suoi prossimi impegni da Presidente nazionale?
Visitare più sezioni possibile della Lega Navale per rendermi conto di persona della realtà dell’Associazione. Caratterialmente le cose preferisco non farmele raccontare. Lo scopo è di sviluppare tutta la potenzialità che i nostri 60.000 soci sono sicuramente in grado di assicurare, per conseguire gli obiettivi per cui la Lega Navale esiste da oltre un secolo.


E sul piano operativo?
Sviluppare la collaborazione con gli organismi preposti alla tutela della marittimità, degli sport marinaresche dell’ambiente marino. Gli equipaggi della Lega Navale possono essere ottime «sentinelle ambientali» per monitorare, ad esempio, gli avvistamenti di fauna marina e/o segnalare anomalie lungo le coste.

Non sempre è possibile contare sui giovani. Tra il lavoro e lo studio non tutti hanno la disponibilità di tempo che servirebbe...
Questo è vero solo in parte. Dimentica che ci sono tanti «giovani sessantenni», appena pensionati, che sono sicuramente in grado di entrare a far parte della famiglia della Lega Navale. Purché naturalmente desiderosi di fare volontariato attivo. La nostra, ripeto, è una missione di servizio. Non un circolo ricreativo.

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