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“Fai anche tu la tua parte: per contrastare la presenza dei rifiuti che vedi sulle spiagge e che finiscono in mare, ogni tua scelta quotidiana è importante e può fare la differenza”. Con questo slogan Legambiente invita tutti questo week-end – 14, 15 e 16 maggio – a partecipare all’edizione 2021 di Spiagge e Fondali Puliti, la campagna di volontariato ambientale realizzata con il supporto di Eon, Novamont e Sammontana in qualità di partner principali e Virosac in qualità di partner. Una tre giorni importante segnata da una mobilitazione attiva lungo le coste e gli arenili della Penisola, ma anche lungo le sponde del Mediterraneo, e che riprende il via dopo lo stop del 2020 legato alla pandemia e alle misure del lockdown. Oltre 60 le iniziative in programma in 15 regioni italiane, tutte organizzate nel pieno rispetto delle normative anti-covid e consultabili sul sito di Legambiente, e che avranno per protagonisti volontari di tutte le età, famiglie e scolaresche, amministrazioni comunali e aziende che insieme all’associazione ambientalista ripuliranno le spiagge, ma anche le sponde di fiumi e laghi. Dalla pulizia dei lidi laziali (come quelle in programma sabato a Capocotta, nella spiaggia posta sotto la riserva regionale di Tor Caldara di Anzio e domenica a Castel Gandolfo) passando a quelli toscani (pulizia domenica in località San Vincenzo e a Marina di Cecina) e lucani (doppio appuntamento sabato e domenica a Maratea e a Policoro). E poi iniziative anche in Puglia (sabato lungo i lidi di Bari e Trani), Liguria (sabato a Genova Nervi) e in Veneto (sabato a Rosolina Mare), e in alcune regioni le attività di pulizia proseguiranno anche nei week-end successivi. Spiagge e Fondali Puliti 2021 sarà anche caratterizzato da un contest fotografico attraverso il quale Legambiente inviterà tutti a condividere su Instagram le foto del “bottino” di rifiuti con gli hashtag #CiPiaciUnSacco e #SpiaggeFondaliPuliti e taggando l’associazione ambientalista nei tuoi post! Le foto più simpatiche vinceranno una shopper in tessuto Ci Piaci un sacco!

In questo week-end dedicato al mare e alle spiagge, non mancheranno all’appello anche diverse associazioni di sub che ripuliranno alcuni tratti del fondale marino, come accadrà ad esempio domenica a Formia o il 23 maggio a Bisceglie, in Puglia. In prima linea ci sarà anche la rockstar Piero Pelù che, con il suo Clean Beach Tour e una tappa tutta toscana, aprirà il grande week-end di iniziative che vedrà unito anche il bacino il Mediterraneo. Saranno ben 100 le iniziative di pulizia previste anche in altri 16 paesi del Mediterraneo – Algeria, Croazia, Cipro, Egitto, Francia, Grecia, Libano, Libia, Malta, Marocco, Monaco, Palestina, Spagna, Tunisia, Turchia, Italia – e che vedranno in prima fila 85 associazioni grazie a Clean up the Med, versione mediterranea di Spiagge e Fondali Puliti, promossa quest’anno da COMMON (COastal Management and MOnitoring Network for tackling marine litter in Mediterranean sea), progetto europeo finanziato da Eni CBC Med che coinvolge Italia, Libano e Tunisia con l’obiettivo di tutelare le coste del Mediterraneo dal marine litter attraverso una gestione sostenibile.

“L’inquinamento da plastica in mare e sulle spiagge – dichiara Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente – resta, insieme all’emergenza climatica, l’altra grande questione ambientale e mondiale da affrontare con interventi e politiche mirate tenendo alta l’attenzione sul tema. Per questo sono importanti le campagne di informazione, sensibilizzazione e volontariato per la rimozione dei rifiuti, come stiamo facendo da anni con Spiagge e Fondali Puliti.  Quasi la metà dei rifiuti spiaggiati monitorati sono proprio i prodotti al centro della direttiva europea sulla plastica monouso, ossia prodotti usa e getta, dalle bottiglie di plastica alle stoviglie, dai mozziconi di sigaretta ai cotton fioc, solo per citarne alcuni. Per questo chiediamo che l’Italia emani entro il 3 luglio 2021 il decreto legislativo di recepimento della direttiva europea pensata per bandire e ridurre la produzione e commercializzazione di alcuni prodotti di plastica monouso su tutto il territorio nazionale. Non ripetiamo lo stesso errore fatto con l’ennesima proroga della plastic tax. Auspichiamo inoltre – aggiunge Zampetti – che venga confermata la deroga, contenuta nella legge di delegazione europea approvata in parlamento, per i prodotti biodegradabili e compostabili, laddove non è possibile eliminare i prodotti monouso. Un passaggio fondamentale per riconoscere il valore della filiera tutta italiana della chimica verde, su cui il nostro Paese può e deve fare da apripista in Europa, come è già avvenuto dieci anni fa con la messa al bando dei sacchetti di plastica, consentendo l’utilizzo soltanto di quelli compostabili. Un provvedimento che oggi ha consentito una riduzione complessiva nell’utilizzo di sacchetti monouso di quasi il 60%.”

Beach litter 2021 – Oltre alla rimozione dei rifiuti, l’obiettivo di Spiagge e Fondali Puliti è anche quello di sensibilizzare i cittadini sul grande problema del marine litter che non risparmia il Mediterraneo. A parlar chiaro sono anche i nuovi dati dell’indagine Beach Litter 2021, realizzata dai circoli locali di Legambiente e che l’associazione ambientalista lancia oggi in vista del week-end di Spiagge e Fondali Puliti. Nelle 47 spiagge monitorate in 13 regioni (Abruzzo, Basilicata, Toscana, Calabria, Campania, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Marche, Puglia, Sardegna, Sicilia, Veneto) sono stati censiti 36821 rifiuti in un’area totale di 176 100 mq. Una media di 783 rifiuti ogni 100 metri lineari di spiaggia che supera di gran lunga il valore soglia o il target di riferimento stabilito a livello europeo per considerare una spiaggia in buono stato ambientale, ossia meno di 20 rifiuti spiaggiati ogni 100 metri lineari di costa. I rifiuti censiti da Legambiente sono di ogni forma e tipo, per lo più usa e getta, legati principalmente agli imballaggi, al consumo di cibo e ai rifiuti da fumo: dalle bottiglie ai contenitori e tappi di plastica, dai mozziconi di sigaretta ai calcinacci e ai frammenti di vetro, per arrivare a dischetti, guanti e mascherine. La plastica resta il materiale più trovato dei rifiuti spiaggiati. Su circa un terzo delle spiagge campionate, la percentuale di plastica eguaglia o supera il 90% del totale dei rifiuti monitorati, mentre sul 72% dei lidi monitorati sono stati rinvenuti guanti usa e getta, mascherine o altri oggetti riconducibili all’emergenza sanitaria Covid-19. In particolare le mascherine sono state rinvenute sul 68% delle spiagge monitorate, i guanti usa e getta sul 26%. Rinvenuti anche quest’anno, in 5 spiagge di Campania, Lazio e Sicilia, i dischetti utilizzati come biofilm carrier nei depuratori.

Dai campionamenti fatti da Legambiente nelle 47 spiagge, la plastica risulta il materiale più trovato (84% degli oggetti rinvenuti), seguita da vetro/ceramica (4,5%), metallo (3,2%) e carta/cartone (2,9%), gomma e tessili (entrambi all’1,4%), legno (trattato/lavorato) all’1,3%. Il restante 1% è formato da materiali legati al COVI-19, bioplastiche, oggetti in materiali misti, rifiuti da cibo e prodotti chimici/sintetici. Come lo scorso anno, nella spiaggia di Romagnolo a Palermo sono stati monitorati un numero molto alto di rifiuti derivanti da attività di costruzione e demolizione che non sono stati considerati per le elaborazioni per non alterare i risultati, ma che comunque devono essere presi in considerazione localmente.

Anche quest’anno si confermano al primo posto nella top ten dei rifiuti spiaggiati, gli oggetti e i frammenti di plastica o di polistirolo non identificabili, che insieme rappresentano circa il 29% dei rifiuti registrati. Al terzo posto i mozziconi di sigarette (l’8,7% dei rifiuti rinvenuti), seguiti da tappi e coperchi in plastica (8,3%), cotton fioc in plastica (5,4% dei rifiuti monitorati). Questi ultimi sono il simbolo per eccellenza di maladepurazione (spesso infatti vengono gettati nel wc) e in Italia sono al bando in favore di alternative più sostenibili e compostabili. Al sesto posto troviamo le bottiglie e contenitori in plastica per bevande (4,3%), seguiti dalle stoviglie usa e getta in plastica (bicchieri, cannucce, posate e piatti di plastica) con il 3,8%. All’ottavo posto reti o sacchi per mitili o ostriche (3,2%), seguite da materiale da costruzione (calcinacci, mattonelle, tubi di silicone, materiali isolanti) con il 2,5%. A chiudere la top ten oggetti e frammenti in plastica espansa (non polistirolo) (2,3%) ritrovati soprattutto presso la foce dei fiumi Uniti a Ravenna.

“L’indagine Beach Litter – spiega Serena Carpentieri, vice direttrice di Legambiente – rappresenta una delle più grandi esperienze di citizen science a livello internazionale grazie all’impegno dei volontari e delle volontarie di Legambiente. Il protocollo utilizzato è sviluppato nell’ambito dell’iniziativa Marine Litter Watch dell’Agenzia Europea dell’Ambiente, cui diverse associazioni comunicano i dati raccolti, con l’obiettivo di creare uno dei più ampi database sui rifiuti spiaggiati costruiti dai volontari a livello europeo. Un problema quello del marine litter che nei prossimi anni dovrà vedere un Mediterraneo sempre più unito mettendo in campo anche una politica unitaria contro i rifiuti in mare      partendo da un aggiornamento su proposte dell’Unep e dell’Unione Europea, estendendo le linee guida europee a tutto il bacino del Mediterraneo”.

La Direttiva Europea e i dati Beach litter 2021: Il 42,3% del totale dei rifiuti monitorati da Legambiente è costituito da quei prodotti usa e getta al centro della diretta europea, detta anche SUP (Single Use Plastics), che prevede a riguardo misure specifiche. Entrando nel dettaglio per i mozziconi di sigaretta – onnipresenti sulle spiagge europee, tra i più trovati – la proposta di direttiva prevede obblighi per i produttori, che contribuiranno a coprire i costi di gestione e bonifica e i costi delle misure di sensibilizzazione.  Per le bottiglie e i contenitori di plastica, inclusi i tappi (e anelli) – ne sono stati trovati oltre 5000 sulle spiagge monitorate da Legambiente – è stato proposto l’obiettivo di raccolta del 90% al 2025 e si dovrà riciclare almeno il 90% delle bottiglie per bevande entro il 2029, con un target intermedio del 77% al 2025. Nel testo si introduce anche l’obbligo, a partire dal 2024, di avere il tappo attaccato alla bottiglia per evitare che questo si disperda con facilità. Viene introdotto, inoltre, un contenuto minimo di materiale riciclato, (almeno il 25% entro il 2025 ed il 30% al 2030) nella produzione di bottiglie di plastica per favorirne così la raccolta differenziata.

Per quanto riguarda la reti e gli attrezzi da pesca e acquacoltura in plastica – parliamo di oltre 2400 elementi censiti dai volontari di Legambiente solo nel 2021 – la Commissione propone per i primi di introdurre regimi di responsabilità del produttore che dovrà coprire, oltre ai costi delle misure di sensibilizzazione, i costi della raccolta, in seguito alla dismissione e al conferimento agli impianti portuali di raccolta, nonché i costi del successivo trasporto e trattamento. Tra gli altri prodotti ci sono poi i contenitori in plastica per alimenti e i bicchieri di plastica che rappresentano rispettivamente il 31% e il 46% dei rifiuti da consumo di cibi da asporto, ovvero l’insieme di posate, piatti, cannucce e mescolatori per bevande censiti dai volontari di Legambiente. Per quanto riguarda i cotton fioc, quelli di plastica in Italia sono stati messi al bando a partire dal 2019, un’iniziativa nata dalla denuncia di Legambiente che di fatto ha anticipato il divieto di commercializzazione di questi prodotti contenuto nella proposta della direttiva. Infine ci sono le buste di plastica, ancora presenti sulle spiagge italiane nonostante il bando esistente dal 2013 nel nostro Paese che ha comunque permesso una riduzione nell’uso di sacchetti del 65%. Un bando, sottolinea Legambiente, che se fosse esteso a tutti i Paesi del Mediterraneo e non solo avrebbe risultati molto più rilevanti. La proposta di direttiva in questo caso è obbligare i produttori a contribuire alla copertura dei costi di gestione e bonifica dei rifiuti e delle misure di sensibilizzazione. Ultima nota riguarda gli assorbenti igienici e palloncini di gomma oggetti per cui è stata proposta un’etichettatura chiara, che indichi il loro impatto sull’ambiente e la presenza di plastica.

 

 

FONTE: Comunicato stampa Legambiente

Lo scorso 1 marzo 2021 si sono chiusi i termini per la presentazione degli elaborati per la partecipazione al concorso “Insieme cambiamo la rotta”, bandito dalla Lega Navale Italiana in stretta collaborazione con il Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca (M.I.UR.), inizialmente programmato per l’anno scolastico 2019/2020 e, successivamente, prorogato al corrente anno scolastico 2020/2021.

Il concorso ha avuto lo scopo di diffondere i temi legati all’educazione ambientale e allo sviluppo sostenibile e di sensibilizzare i giovani su argomenti ormai di noto interesse e fama, ovvero l’inquinamento dalla plastica in mare ed i cambiamenti climatici.

Hanno partecipato con entusiasmo, passione ed interesse al concorso nazionale più di 70 istituti scolastici primari e secondari di tutta Italia, per un totale di circa 500 progetti, arrivati nelle diverse modalità proposte dal bando (temi, video, foto e disegni).

In considerazione del numero elevato di partecipanti è stata organizzata una commissione straordinaria, composta da alcuni membri della Lega Navale Italiana, che sceglierà settanta tra i lavori proposti, al fine di agevolare poi la scelta finale dei vincitori per mezzo di un’ulteriore riunione tra rappresentanti della stessa Lega Navale e alcuni membri del M.I.U.R..

La Lega Navale Italiana rappresenta l’opportunità per vivere il mare a 360 gradi, aperta a tutti: giovani, adulti di ogni età, ma con un particolare riferimento al sostegno della fruizione del mare da parte delle categorie sociali meno agiate e delle persone diversamente abili, oltre a svolgere una continua azione di forte contributo alla salvaguardia dell’ambiente marino e delle acque interne, attraverso la diffusione della cultura del massimo rispetto per l’ambiente.

Rifiuti e detriti sparsi sulle scogliere e sulla strada. Questo il risultato di una mareggiata che, nei giorni scorsi, ha colpito la costa laziale nei pressi di Fiumicino. Così si presenta la zona del vecchio, colpita, come tutta la zona, dalla forte mareggiata e dal vento a 90 km/h.

La nuova ondata di tonnellate di rifiuti, tronchi, trasportata dalla furia delle onde si è andata a sommare a quella che aveva già colpito la zona con le mareggiate di inizio dicembre. Una situazione più che delicata e tematica, quella dei rifiuti marini, a cui da sempre la Lega Navale presta attenzione.

 

Foto di repertorio

A un mese e un giorno dall’equinozio di primavera, oggi, 22 aprile, si celebra la Giornata Mondiale della Terra, istituita dalle Nazioni Unite nel 1969 quale occasione per dedicare un pensiero alle nostre azioni quotidiane a favore dell’ambiente e per la salvaguardia del nostro ecosistema.

Per la Lega Navale Italiana, considerare #ilmarealcentro significa innanzitutto dare il proprio contributo a favore della tutela dell'ambiente marino e delle acque interne, attraverso le attività di salvaguardia delle coste e dell’ambiente marino, di pulizia delle spiagge, di educazione ambientale e tanto altro, come insegniamo quotidianamente a tutti coloro che entrano a far parte, anche se per brevi periodi, della nostra grande famiglia in merito all’importanza di mantenere il nostro ecosistema sano e pulito.

Lo facciamo innanzitutto perché per noi il mare è come una casa. Una casa che condividiamo con tante specie animali e vegetali che come noi soffrono l’inquinamento e l’incuria.

Dal Presidente della LNI, ammiraglio Donato Marzano, i ringraziamenti a tutte le sezioni e a tutti i soci che ogni giorno si impegnano con passione ed amore a preservare il nostro ambiente marino. 

Per venerdì 22 gennaio il Parco Nazionale dell'Asinara - Area Marina Protetta ha organizzato la giornata conclusiva di “Clean Sea LIFE”, progetto di sensibilizzazione sui rifiuti marini di cui è capofila. Tale progetto in quattro anni ha coinvolto 170.000 cittadini, rimosso 112 tonnellate di spazzatura dai mari e ispirato normative per ridurre la pressione dei rifiuti in mare.

All’evento – che potrà essere seguito in live streaming su You Tube, Facebook e Matex TV (canale 272 del digitale terreste in Sardegna)– prenderanno parte Sergio Costa (Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare), Paola Deiana (relatrice del DL Salvamare), Giovanni Pettorino (Comandante Generale della Capitaneria di Porto), Riccardo Rigillo (Direttore Generale della Pesca, Ministero delle politiche agricole), Angeo Salsi (Direttore del programma LIFE della Commissione Europea), Gabriella Scanu (Commissario del Parco Nazionale dell’Asinara) e Vittorio Gazale (Direttore del Parco Nazionale dell’Asinara); modererà Eleonora deSabata (portavoce Clean Sea LIFE).

Clean Sea LIFE è un progetto di sensibilizzazione sui rifiuti marini co-finanziato dal programma LIFE della Commissione Europea, il cui capofila è il Parco Nazionale dell'Asinara con Conisma - Consorzio Nazionale Interuniversitario per le Scienze del Mare, insieme a Fondazione Cetacea, Legambiente Onlus, MedSharks e Centro Velico Caprera.

Il 27 Novembre 2020, il Colonnello Monacci (Presidente della Sezione della Lega Navale Italiana di Livorno) ha presentato il progetto europeo a carattere ambientale “Science Together”, al quale la Sezione toscana parteciperà insieme ad ISPRA e CNR, e che avrà come testimonial Merope, la storica imbarcazione della Marina Militare. “Il progetto - come sostiene Monacci – ha lo scopo di unire scienza e società”.
L’ambiente diviene sempre più drammaticamente importante, soprattutto se si pensa che ne siamo i custodi per le generazioni future.

Alla conferenza ha partecipato Isabella Buttino (biologa marina ISPRA), che ha spiegato come si possa definire pulito un mare in cui le condizioni chimiche, fisiche e biologiche non minacciano le specie che lo popolano. La Buttino, inoltre, ha spiegato l’importanza del plancton, che nel mare la fa da padrone, in quanto alla base della catena alimentare.

Silvia Giuliani, (ricercatrice ISPRA) ha invece parlato dell’ormai imprescindibile binomio uomo – plastica. “Purtroppo è una convivenza assai difficile. Le plastiche arrivano dai fiumi per poi disperdersi negli oceani e tornare nuovamente sulla terraferma. Terra e mare sono connessi più di quanto immaginiamo”. In sintesi: non basta pulire le spiagge o mettere delle ‘panne’ nei fiumi affinché i rifiuti non arrivino in mare, ma “è basilare il senso civico dell’uomo, mattone fondamentale per l’edificio sostenibile che vogliamo costruire”, come ha sostenuto in risposta Monacci.

Alla riunione ha partecipato anche Paola Gennaro (ISPRA) che ha spiegato quanto il Mediterraneo sia un mare unico e che non ha assolutamente nulla da invidiare ai mari tropicali. Tuttavia, l’uomo impatta sempre più negativamente gli ambienti, facendo sì che la temperatura aumenti favorendo la proliferazione di mucillagini o agenti patogeni e inibendo la produzione di Carbonato di Calcio, fondamentale per i molluschi e non solo.

Luciano Masetti e Giacomo Tagliaferri (CNR) hanno invece spiegato come e quanto sia dannoso l’inquinamento luminoso (ad esempio per le tartarughe marine che anziché tornare verso il mare si avvicinano alle strade) e dei grandi periodi di siccità, alternati da bombe d’acqua.

Cosa possiamo fare per tutelare l’ambiente e il nostro mare? Innanzitutto capendo che i materiali sono ‘finibili’, imparando così a riciclare, riparare, riprogettare, ma soprattutto investire in educazione, istruzione e ricerca.

Domenica 11 Aprile 2021 si celebra per il terzo anno la Giornata Nazionale del mare, istituita nel 2018 con l’entrata in vigore del Decreto Legislativo 229/2017. Con questo provvedimento la Repubblica italiana ha riconosciuto l’11 aprile di ogni anno come il giorno nel quale celebrare il mare, l’oro blu, inteso come risorsa di grande valore ambientale, scientifico-ricreativo ed economico.

Finalmente il nostro mare inizia ad essere visto da un’altra prospettiva e non solo come fonte di divertimento durante la stagione estiva.

Purtroppo, a causa della pandemia che da circa un anno ci perseguita, non possiamo celebrarlo a dovere, con manifestazioni, eventi ludico-didattici, o mostre. Tuttavia, la Lega Navale Italiana non si è mai fermata ed ha, anzi, continuato a sostenere la difesa dell’ambiente marino e a divulgarne l’importanza. In questi mesi di forzata stasi, infatti, numerose sono state le attività con altri enti ed Università italiane al fine di collaborare per un mare più ecosostenibile.

Tra gli inquinanti che maggiormente affliggono i nostri mari ci sono gli oli esausti (oltre alle famose plastiche). Quante volte vi capita di friggere e di non sapere dove buttare l’olio utilizzato? O meglio quante volte vi capita di gettarlo nello scarico del wc o nel lavandino? L’olio, in questo modo, termina diretto nel nostro prezioso mare, creando una superficiale pellicola che impedisce l’ossigenazione dell’acqua e compromettendo l’esistenza di flora e fauna. In più, l’olio esausto ostacola la penetrazione in profondità dei raggi solari danneggiando drasticamente l’ambiente marino e la vita in acqua. Basta infatti un kg di olio vegetale esausto ad inquinare una superficie d’acqua di 1.000 m2.

Per tali ragioni la Lega Navale Italiana ha deciso di aderire al progetto “Save the sea Recycle cooking oil” insieme a Marevivo, Renoils, Guardia Costiera ed Assonat.  In particolare per quanto concerne la Lega Navale Italiana, ad ognuna delle SS.PP che prenderà parte al progetto verrà assegnato un grande contenitore di raccolta dell’olio esausto, destinato principalmente ai diportisti e saranno forniti materiali informativi, una locandina per il porto e dei leaflet da distribuire in italiano e in inglese per spiegare in maniera semplice il funzionamento della campagna e le finalità di carattere ambientale.

L’olio raccolto subisce una serie di trattamenti per poi essere riutilizzato in diversi ambiti, quali la produzione di biodiesel per autotrazione, l’utilizzo in impianti di cogenerazione, la produzione di bio-lubrificanti, nel mondo della cosmetica con la produzione di saponi, cere e altro. Dal punto di vista dei gas a effetto serra, si stima che ogni tonnellata di rifiuto riutilizzato comporti una media 2,3 tonnellate di anidride carbonica equivalente non immessa nell'atmosfera, già depurata dalle immissioni inerenti ai trasporti e alla lavorazione.

È tramite questo progetto che la Presidenza Nazionale della Lega Navale Italiana vuole celebrare la giornata Nazionale del mare 2021, e augurare ad esso e a tutti noi una rapida e meravigliosa ripresa.

 

Con un progetto promosso dall'Area marina protetta (Amp) "Regno di Nettuno" con Oceanomare Delphis, è iniziato tra Ischia e Procida il monitoraggio invernale dei cetacei. Con l’obiettivo di studiare la distribuzione dei cetacei durante i mesi freddi, saranno analizzati i comportamenti di sette specie di cetacei tra cui il capodoglio (Physeter macrocephalus) e il delfino comune (Delphinus delphis). 


Dall’Amp fanno sapere che: “Come in tutto il Mediterraneo le specie presenti in queste acque, sono soggette a pressioni di natura antropica che impatta questi animali sia a livello di singoli individui che di popolazioni. Per gli individui, i pericoli sono rappresentati principalmente dalle catture incidentali negli attrezzi da pesca e dalle collisioni accidentali con imbarcazioni. L'impatto sulle popolazioni è invece principalmente causato dalla degradazione dell'ambiente. Inoltre, l'area di studio è soggetta ad una elevata concentrazione di traffico marittimo mercantile e da diporto che, oltre ad incrementare in maniera esponenziale il rischio di collisioni con i singoli individui, causa disturbo acustico al sofisticato apparato di produzione e ricezione dei suoni di cui sono dotati i cetacei”.


Per quando riguarda le modalità di monitoraggio e studio, le uscite si svolgeranno da gennaio ad aprile a bordo di Jean Gab, il cutter di Oceanomare Delphis attrezzato per la ricerca sui cetacei grazie a strumentazione che permette il monitoraggio visivo e la foto-identificazione degli animali.


“Avere nelle nostre acque mammiferi così carismatici ed importanti dal punto di vista ambientale è un vero e proprio privilegio tutelarli e divulgare questa biodiversità, che costituisce un innegabile valore aggiunto per i nostri territori, sono precise due priorità per la nostra area marina protetta" ha riferito Antonino Miccio, direttore dell'Amp Regno di Nettuno.


Barbara Mussi, presidente di Oceanomare Delphis, ha aggiunto:"La campagna di monitoraggio invernale dei cetacei nel Regno di Nettuno aggiungerà importanti e fondamentali informazioni utili alla migliore tutela e salvaguardia delle specie presenti", aggiunge Barbara Mussi, presidente di Oceanomare Delphis.


Nel 2017, la Marine mammal protected areas (Imma) task force dell'Iunc, ha riconosciuto, anche grazie agli studi e le documentazioni degli studiosi e di volontari, le acque di Ischia e Ventotene come Important Imma con delfino comune, tursiope, Tursiops truncatus, e balenottera comune, Balaenopteraphysalus, come specie chiave.

 

 

Ottobre è stato il mese del nuovo progetto ideato dalla Presidenza Nazionale della Lega Navale Italiana: “I Paladini del mare”. Tale piano ha come scopo quello di diffondere tra Soci e simpatizzanti (in particolare i più giovani), la cultura del rispetto dell’ambiente marino nella sua fruizione secondo comportamenti corretti e sostenibili. Il progetto, inoltre, pone l’obiettivo di mappare l’inquinamento dei litorali italiani, degli specchi d’acqua interni, dei fondali marini, oltre a prevedere la raccolta di rifiuti, quali plastiche, reti ed altri agenti inquinanti rimovibili, ma anche quelli non gestibili per natura o dimensioni (macchie oleose, idrocarburi, rifiuti speciali o ingombranti), segnalando tali situazioni alle Autorità competenti. Il progetto, inoltre conferisce estrema importanza alla ricerca, monitoraggio e localizzazione di specie protette ai sensi della Direttiva Europea 92/43/CEE, meglio nota come Direttiva Habitat. Tra questi cetacei, tartarughe della specie Caretta caretta, e della Pinna nobilis, il mollusco bivalve più grande del Mediterraneo (raggiunge un metro di lunghezza), ormai quasi a rischio estinzione.

“I paladini del mare” ha attualmente visto come protagonisti nei week-end di ottobre le Sezioni di Ostia, Fiumicino e Pomezia, che hanno coinvolto non solo i loro soci ma anche i relativi familiari (bambini, ragazzi ed adulti), soci esperti in materia ambientale, istruttori sportivi ed anche sostenitori esterni. Un mese di prova prima di estendere tale progetto a tutta Italia.

Il bilancio della mobilitazione effettuata dalla Sezione di Ostia lungo il litorale romano e nel Canale dei Pescatori comprende circa 150 pezzi di plastica recuparati in mare, tra scatole di polistirolo, i classici bastoncini dei lecca lecca, tappi e bottiglie di plastica, bottiglie di vetro, reti da pesca e cotton fioc.

Kayak e derive sono invece state utilizzate per la raccolta dei rifiuti dalla Sezione di Pomezia lungo il fosso “della Crocetta” che costeggia la spiaggia antistante la sezione, e sulla spiaggia stessa. L’inventario dei rifiuti effettuato dalla Sezione di Pomezia prevede la presenza  di oggetti del tutto simili a quelli ritrovati ad Ostia, con l’eccezione di alcuni materiali ingombranti quali: parti di barche, “scheletri” di ombrelloni, aste arrugginite.

L’ultima giornata dedicata al progetto è stata effettuata il giorno 18 ottobre u.s dalla Sezione di Fiumicino, in concomitanza con alcuni volontari di Marina di Cerveteri, stesso luogo dove è stata prevista la pulizia della battigia. Sommariamente i rifiuti sono gli stessi delle altre due Sezioni della LNI, ma da non sottovalutare il ritrovamento di Dispositivi di Protezione Individuale, ovvero le mascherine, che stiamo utilizzando da circa un anno a questa parte per l’emergenza sanitaria da CoVid - 19.

Tuttavia, “I Paladini del mare” è solo all’inizio: un progetto pilota che ci auspichiamo di poter applicare a tutte le 218 Sezioni e 49 Delegazioni della Lega Navale Italiana.

Ancora magnifici avvistamenti per il Gruppo Pelagos della sezione L.N.I. di Finale Ligure. In varie uscite tra febbraio e marzo, infatti, il gruppo ha incrociato a largo della costa ligure un branco di tursiopi con diversi cuccioli al seguito.

I tursiopi hanno accompagnato l’imbarcazione – dove erano presenti Renzo Briano, Paola Pastorino e  Carlo Mamberto del Gruppo Pelagos della sezione L.N.I. di Finale Ligure – dal porto di Finale Ligure sino all’isola della Gallinara.

 

Ieri, 14 gennaio 2021, intorno alle ore 15:00 nel porto di Sorrento, si è svolto un angoscioso dramma. Una balenottera di circa 8 metri è infatti entrata nel porto, non riuscendo ad invertire la rotta per  trovare la via di uscita per molto tempo.

In una disperata ricerca di salvezza, la povera bestia è andata in collisione contro il dente del molo, procurandosi sanguinanti lacerazioni e ferite. Tantissime le persone accorse, tra cui il vicepresidente della Sezione di Sorrento Guido Gargiulo e molti soci della Sezione stessa, per la affannosa e disperata ricerca per trovare una soluzione e liberare il cetaceo.

Nel giro di 20 minuti, finalmente, la balena lentamente si è avviata  verso l’uscita per poi inabissarsi poco dopo. Il Vicepresidente della Sezione di Sorrento, insieme alle Autorità locali, hanno avvertito dell’accaduto la Stazione Zoologica Anthon Dorn di Napoli e la Capitaneria di Porto di Castellammare.

Siamo a novembre ed passato quasi un anno dal primo caso accertato di CoVId-19 in Italia, che ha cambiato notevolmente il nostro stile di vita.

Abbiamo passato quasi tre mesi chiusi in casa, senza mai uscire se non per esigenze particolari, per poi fare timidamente capolino nelle città deserte.

Città, parchi, laghi ed oceani che erano abituati alla nostra assenza, sono tornati ad essere popolati dall’essere umano. Finalmente ci siamo riappropriati, più o meno, delle nostre vite. Il tutto con mascherine e guanti, i cosiddetti dispositivi di protezione individuali (dpi), sempre al seguito.

Abbiamo sperato di poter passare la nostra estate al mare e così è stato. Questo, però, ha generato – probabilmente, a causa di mancati controlli –una nuova condizione di semi lockdown, ed un eccessivo rilascio di mascherine nell’ambiente, terrestre e marino.

Se da un lato il CoVId-19 ha permesso che la natura si riappropriasse dei propri spazi, dall’altro ha causato notevoli danni.

Non a caso, è stato recentemente lanciato l’allarme per il ritorno alla tanto temuta plastica monouso, messa al bando per il suo forte potere inquinante. Sembra assurdo che tutto questo sia accaduto ora, proprio nel momento in cui si stava facendo breccia nel cuore e nella mente della gente, nel far comprendere l’importanza vitale del mare e dell’utilizzo di oggetti monouso o plastic free. Attualmente  gli oceani e i mari, che già prima del 2020 erano tra i principali punti di accumulo dei rifiuti di plastica, sono costellati di mascherine e guanti.

A tal proposito sono già state fatte – anche dalle Sezioni della Lega Navale Italiana – opere di pulizie delle spiagge e dei fondali. Fa male sapere che in soli 100 metri di battigia sono state ritrovate circa 70 mascherine monouso, che si stima abbiano un periodo di smaltimento di circa 450 anni.Fa male pensare che questa pandemia, purtroppo, durerà ancora per qualche tempo, e che con lei si protrarrà anche l’uso delle mascherine e, di conseguenza, anche l’inquinamento dell’ambiente.

Basterebbero davvero poche accortezze per evitare di inquinare il nostro Pianeta, già fin troppo martoriato, gettando le mascherine monouso in recipienti appositi o utilizzandone modelli in tessuto e lavabili.
Basterebbe essere solamente un po' più responsabili e meno indifferenti a tutto ciò che ci circonda.