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Al convegno organizzato da Assarmatori con Conftrasporto e Confcommercio- Imprese per l'Italia su "Lavoro marittimo e investimenti nello scenario post Covid: shipping un motore per la ripresa e per il lavoro" il ministro delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili Enrico Giovannini ha detto: «Rispetto alla versione preparata dal governo precedente, stiamo lavorando con il ministero della Transizione ecologica, per rafforzare una serie di misure sul tema dei porti, oltre al fatto che sono già previsti interventi per la connessione tra porti e sistemi infrastrutturali di trasporto, soprattutto nel Mezzogiorno».


Il ministro dà una prima risposta agli armatori che chiedono più considerazione per un settore che vale il 2,1% del Pil, come sottolinea il rapporto di Nomisma sulla shipping industry, presentato stamattina al convegno.
"La modifica del regime di aiuto al settore, imposta dalla Commissione Ue - ha sottolineato il presidente di Assiterminal Stefano Messina - deve consentire non solo la necessaria estensione dei benefici previsti dalla legge italiana sul Registro internazionale alle navi che battono bandiere europee, ma anche un'equa, corretta e proporzionata distribuzione delle risorse, oggi troppo concentrate sul sostegno di aree ed attività meno strategiche".


Sembra certo come il Recovery fund rappresenti un'opportunità per agevolare gli investimenti degli armatori italiani per la transizione energetica e la sostenibilità ambientale delle flotte.

 

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