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È stato pubblicato sulla rivista scientifica internazionale Animals MDPI un lavoro del team italiano composto da Rosario Balestrieri e Claudia Gili della Stazione Zoologica Anton Dohrn di Napoli, Flavio Monti dell’Università di Siena, Emiliano Mori e Andrea Viviano del CNR IRET e Roberto Vento dell’Università di Palermo. Si tratta di un’indagine molto particolare sulla recente irruzione della gazza marina (Alca torda) – un uccello tipico dell’Atlantico settentrionale e dei mari del nord che nelle sembianze ricorda un pinguino – nei nostri mari e del ruolo dei social network nel monitoraggio di questo fenomeno.

Il gruppo di lavoro ha cercato nelle varie lingue e sui vari social network i post che documentavano la presenza della specie, consultando le banche dati di Citizen Science e diffondendo un form di raccolta dati tra i soci della Lega Navale Italiana. La ricerca ha descritto il movimento di irruzione di un imponente numero di individui di questa specie, che in modo anomalo hanno svernato nel Tirreno, spingendosi nel Canale di Sicilia, Mar Ionio, Adriatico fino a raggiungere a est la Grecia e a sud numerosi siti del Nord Africa. In alcuni di questi territori la specie non era mai stata rilevata, in altri non veniva osservata da circa un secolo. L’anomala presenza è stata facilmente rilevata anche dai cittadini privi di conoscenze ornitologiche, che in alcuni casi, non sapendo cosa potesse essere, hanno postato sui social foto dell’animale chiedendo informazioni al web.

Questa dettagliata raccolta dati ha consentito di produrre un quadro più chiaro sulla presenza e distribuzione di questa specie, facendo registrare un massimo di 747 individui in un sol giorno in Italia, nel tratto di costa che va dalla Liguria alla Calabria.

 

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FOTO: Rosario Balestrieri e Michelangelo Ambrosini

Si è concretizzata lo scorso 14 febbraio, con una circolare del board di World Rowing, l'assegnazione all'unanimità del Mondiale di Coastal Rowing e delle Finali di Beach Sprint per il 2023 al Comitato Organizzatore Locale di Barletta, di cui fa parte anche la Sezione LNI della città pugliese.

“La competizione si svolgerà lungo le rive del Mare Adriatico e l'emozionante natura del canottaggio costiero si adatterà perfettamente a questo ambiente.  Non vediamo l'ora di lavorare con il comitato organizzatore per rendere questo evento davvero memorabile", ha dichiarato il Presidente del World Rowing Jean-Christophe Rolland.

Due appuntamenti che caratterizzeranno il Lungomare Pietro Mennea presumibilmente tra la fine di settembre e la prima metà di ottobre. Barletta ha ottenuto questo riconoscimento anche grazie ai due campionati italiani di Beach Sprint organizzati nel 2021 e 2022, alla serietà e professionalità dimostrata dalla Sezione LNI di Barletta, da tutti i componenti del COL e al sostegno dell’Amministrazione Comunale.

 

FOTO: World Rowing

Il 7 febbraio si celebra il Safer Internet Day, la Giornata mondiale per la sicurezza in Rete. Si tratta di una giornata internazionale di sensibilizzazione sui rischi legati ad un uso scorretto di Internet e dei media digitali. L’appuntamento, promosso dalla Commissione Europea, è nato nel 2004 per educare soprattutto i più giovani all’uso consapevole della Rete ed è cresciuto negli anni attraverso numerose iniziative in oltre cento nazioni in tutto il mondo.

Nel maggio 2022 la Commissione europea ha adottato una nuova strategia per "un Internet migliore per i più giovani" (Better Internet for Kids, BIK+), con l'obiettivo di migliorare i servizi digitali adeguati all'età e garantire che ogni bambino sia protetto, responsabilizzato e rispettato online.

In occasione del Safer Internet Day 2023, il Ministero dell'Istruzione e del Merito ha promosso una giornata di riflessione sui temi della sicurezza in Rete, presentando i dati della ricerca realizzata da “Generazioni Connesse” sulla quantità e sulla qualità delle ore passate in Rete dalle ragazze e dai ragazzi in Italia, che quest’anno ha coinvolto 3.488 studentesse e studenti delle Scuole secondarie di I e II grado. Secondo quanto emerge nello studio, lo svago è ciò che porta i più giovani sui social network. Tra chi usa Internet per informarsi, 4 su 10 lo fanno attraverso il feed social, mentre solo 1 su 4 si orienta principalmente verso i siti di news. Inoltre, dopo la pandemia, gli adolescenti hanno iniziato a ripensare il proprio rapporto con le nuove tecnologie, a partire dal tempo speso online e dalle finalità d’uso, sempre più costruttive e meno “ludiche”. Rispetto agli anni passati, c’è un’ulteriore diminuzione di coloro che affermano di essere connessi oltre 5 ore al giorno: oggi sono il 47%, contro il 54% del 2022 e il 77% del 2021.

Come evidenziato nelle Linee guida per la comunicazione della LNI 2021-2023, i mezzi di comunicazione digitale sono fondamentali nella diffusione di un'informazione efficace e nella promozione dei valori istituzionali dell'Associazione. L'uso consapevole di Internet e dei social network, in particolare tra i giovani soci, è fondamentale per promuovere il senso di comunità e lo spirito di inclusione che anima da sempre la Lega Navale Italiana anche negli spazi digitali, sempre più centrali oggigiorno nelle relazioni personali e sociali.

 

Lo scorso 3 febbraio si è tenuta all'Hotel Mediterraneo a Roma la presentazione del calendario delle regate 2023 dell'AIVE - Associazione Italiana Vele d'Epoca. Oltre 100 persone tra soci, presidenti di Club, giornalisti e amici hanno presenziato alla rassegna dei principali appuntamenti della prossima stagione. A fare gli onori di casa il Presidente di AIVE Giancarlo Lodigiani e il Segretario Generale Luigi Rolandi. Presenti per l'occasione il Capo di Stato Maggiore della Marina Militare, Ammiraglio Enrico Credendino e il Presidente Nazionale della Lega Navale Italiana, Ammiraglio Donato Marzano.
 
Nel corso della presentazione è stato sottolineato il grande entusiasmo e l’interesse per gli yacht classici, con gli eventi del 2023 che sono diventati 16. È stata poi annunciata ufficialmente la nascita della categoria IOR (International Offshore Rule) in seno al circuito AIVE. Nel 2023, infatti, saranno ammesse le barche varate tra il 1970 e il 1984 in buono stato di manutenzione anche in vetroresina, che abbiano avuto in passato un certificato di stazza IOR e che siano rimaste conformi al disegno originale.
 
L’incontro è proseguito con una serie di testimonianze e di racconti con l’architetto Andrea Vallicelli e Valerio Paolo Mosco. Emanuela Matturri ha presentato l’applicazione MyMatchRace, con cui AIVE ha di recente siglato un accordo. Sono intervenuti alla presentazione anche lo yacht manager Edoardo Napodano e lo scrittore e giornalista Carlo Romeo, che tra aneddoti e curiosità ha raccontato della sua esperienza a bordo di una barca d'epoca d'eccezione: Nave Vespucci.
 
Guarda il servizio con l'intervista al Presidente di AIVE Giancarlo Lodigiani sul nostro canale YouTube. https://www.youtube.com/watch?v=H7hkjclDnfg 
 
 

In occasione del “Giorno del ricordo” – istituito il 10 febbraio 2004 in memoria delle vittime delle foibe e della tragedia dell’esodo giuliano dalmata – venerdì 10 febbraio in prima serata, alle ore 21.25, andrà in onda su Rai Tre il docufilm ““Io ricordo. La terra dei miei padri”, una coproduzione Rai Documentari con la D4 srl che vuole testimoniare e far conoscere agli italiani le origini, le tradizioni e gli avvenimenti dei territori, un tempo italiani, di Istria, Fiume e Dalmazia.

Nel docufilm, ideato e diretto da Michelangelo Gratton, spicca la presenza e la testimonianza dell’ammiraglio Romano Sauro, nipote diretto dell’eroe istriano e nazionale Nazario Sauro, Medaglia d’Oro al Valor Militare alla memoria. La narrazione della storia dell’Istria è arricchita dal contributo di diversi storici come Giordano Bruno Guerri, Gianni Oliva e Marino Micich, oltre che dalle testimonianze di molti esuli – tra cui emerge quella di Abdon Pamich, nativo di Fiume, medaglia d’oro nella 50 km di marcia alle Olimpiadi di Tokyo 1964 – ma anche quelle degli italiani che scelsero di non abbandonare le terre dei padri e che oggi continuano a mantenere vive le tradizioni e la cultura italiane delle terre del confine orientale attraverso le attività delle loro comunità.

Il docufilm ripercorre, in particolare, navigando lungo le coste dell’Istria con la barca a vela dell’ammiraglio Sauro – la Galiola III – la storia millenaria dei territori dell’Istria, di Fiume e della Dalmazia, dalle origini romane fino alla tragedia delle foibe e dell’esodo passando attraverso la storia dell’eroe capodistriano impiccato a Pola dall’Austria-Ungheria il 10 agosto 1916 durante la Prima guerra mondiale. Un viaggio in barca a vela per i porti dell’Istria che fa tappa nelle città di Fiume, Pola, Parenzo, Capodistria, Rovigno, Lussinpiccolo e Trieste.

L’ammiraglio Romano Sauro è stato Commissario straordinario della Lega Navale Italiana nel periodo 2015-2017 ed è l'attuale vicepresidente della Sezione LNI Lido di Enea-Terracina (di cui è stato presidente dal 2013 al 2015) nonché socio benemerito della stessa Lega Navale Italiana. Lo spirito di libertà, di giustizia, di solidarietà, di amor di patria contraddistinsero e segnarono la vita dell’eroe capodistriano Nazario Sauro, che il nipote Romano ha divulgato con il progetto, patrocinato dalla Lega Navale, “Sauro100 – un viaggio in barca a vela per 100 porti per 100 anni di storia” da ottobre 2016 a ottobre 2018 con la sua barca Galiola III, toccando tutti i porti italiani e facendo sosta in gran parte delle sezioni della LNI. 

Il docufilm intende volgere uno sguardo sereno verso un futuro che si vuole immaginare senza confini e contrapposizioni.

 

 

 

 
Nel Mediterraneo, più precisamente nel bacino corso-ligure-provenzale, c’è una concentrazione eccezionale di cetacei che proprio qui, grazie all’abbondanza di nutrimento, hanno trovato un habitat ideale. Le specie di mammiferi che frequentano regolarmente questa area sono otto: capodoglio, balenottera comune, stenella striata, grampo, globicefalo, tursiope, zifio e delfino comune. Così, proprio perché è considerata tra le più importanti per l’alimentazione e la riproduzione dei mammiferi marini, quest’area circa venti anni fa è stata selezionata per la creazione del santuario Pelagos per la protezione dei mammiferi marini, un unicum nel Mediterraneo sia per le finalità che persegue, sia per le sue caratteristiche di gestione. Protetto in virtù di un accordo internazionale, sottoscritto a Roma nel 1999 tra Francia, Italia e Principato di Monaco ed entrato in vigore nel 2002, il Santuario è un’Area Specialmente Protetta d’Importanza Mediterranea (ASPIM) ai sensi della Convenzione di Barcellona del 1976 e si estende su una superficie di 87 500 chilometri quadrati. Il versante italiano interessa Liguria, Toscana e Sardegna settentrionale. Tante specie diverse di cetacei devono però coesistere in un’area caratterizzata da elevati livelli di pressione antropica, che ne minacciano la sopravvivenza. Primo fra tutti l’elevatissimo traffico marittimo. 
 
 
L’accordo Pelagos nasce proprio per promuovere azioni comuni per la tutela dei cetacei e del loro habitat da tutte le cause di turbativa dovute alle attività umane. Inquinamento acustico, collisioni con le grandi imbarcazioni, catture accidentali nelle reti da pesca, inquinamento chimico e biologico di origine terrestre, inquinamento da plastiche, perturbazioni causate dal mancato rispetto del Codice di buona condotta Pelagos/ACCOBAMS ne sono un elenco parziale. L’ambiente marino, lo sappiamo, è un patrimonio prezioso che appartiene a tutti e i cetacei svolgono un ruolo chiave nel mantenimento degli equilibri ecosistemici. Noi possiamo prendere parte attiva alla salvaguardia dei mammiferi marini di Pelagos anche grazie al programma di citizen science ideato da Tethys, la ONG italiana che dal 1986 fa ricerca scientifica nel Santuario e, allo stesso tempo, contribuisce alla sensibilizzazione, anche attraverso il coinvolgimento come volontari di persone da tutto il mondo. Nell’ambito di questo progetto educativo rientrano le crociere di ricerca organizzate dall’istituto nel Mar Ligure, a bordo di un’imbarcazione che può ospitare 11 persone oltre al team di ricerca e skipper.
 
 
Non sono richiesti requisiti specifici, se non grande passione e spirito di adattamento perché si parteciperà attivamente a tutte le attività, sia quelle di ricerca sia alla normale vita di bordo, cucina e pulizie incluse. Le quote/donazioni dei partecipanti vengono impiegate dalla Onlus a parziale copertura dei costi della ricerca. Chi sceglie di fare questa esperienza ha l’opportunità di imparare e sperimentare le diverse tecniche di indagine e l’uso della strumentazione. A bordo, inoltre, ogni giorno si tengono lezioni per i partecipanti al programma di citizen science, momenti dedicati espressamente alla sensibilizzazione. Le crociere durano una settimana, volendo anche due, ed essendo la barca impegnata in lavoro di ricerca non ha l’obbligo di rispettare il codice di condotta previsto invece per i diportisti e gli operatori di whale watching, offrendo così un punto di osservazione unico. Ciò non significa che non si cerchi in ogni modo di limitare il più possibile di disturbare le diverse specie di cetacei. 
 
 
Responsabile del Cetacean Sanctuary Research, uno dei due progetti a lungo termine dell’Istituto Tethys, è Sabina Airoldi che ci ha spiegato la fondamentale importanza di proteggere i cetacei del Mediterraneo. “Queste specie, protette da tutte le convenzioni internazionali, si trovano al top della rete trofica e quindi, proteggendo loro, si protegge tutto l’ambiente in cui vivono. Infatti, sono definite specie ombrello”. Parliamo, insomma, di una sorta di reazione a catena per cui quando si riesce a mitigare gli impatti di origine antropica su di loro, che sono anche molto sensibili, agli inquinanti per esempio, si finisce per difendere tutto l’ambiente in cui vivono. “Non dimentichiamo poi” – ci ricorda – “che sono animali iconici, carismatici, e quindi un perfetto ponte tra scienza e sensibilizzazione”. Ma la vera notizia bomba la dottoressa la tiene per ultima. “I più recenti studi finanziati dal Fondo Monetario Internazionale hanno evidenziato quanto i grandi cetacei giochino a favore della lotta contro i cambiamenti climatici ‘fertilizzando’ il fitoplancton. Questa componente fondamentale degli oceani produce circa il 50 percento dell’ossigeno presente nell’atmosfera e assorbe il 40 percento della CO2 prodotta dalle diverse attività umane”. È evidente che il fitoplancton è fondamentale. Questo è composto da alghe unicellulari, invisibili a occhio nudo, che stanno sulla superficie dell’acqua poiché hanno bisogno di luce per la fotosintesi. Hanno però bisogno anche dei nutrienti, che invece si trovano sui fondali. “I grandi cetacei” – prosegue – “con i loro movimenti verticali lungo la colonna d’acqua (il capodoglio arriva fino a 1500 metri) portano in superficie quei nutrienti necessari al fitoplancton che stanno sul fondo e li mettono a disposizione delle alghe unicellulari”. Per non parlare delle deiezioni delle balene, che sono ricchissime in ferro e altre sostanze fondamentali per la fertilizzazione del fitoplancton. Per finire, questi cetacei trasportano il fitoplancton dalle zone ricche a quelle più povere durante le loro migrazioni. Persino morendo, finendo a grandi profondità, sottraggono tonnellate di carbonio dall’ambiente. Insomma, difendere i cetacei vuol dire difendere l’intero ecosistema marino. Pelagos è la loro grande casa nel Mediterraneo e un bene prezioso per il nostro mare.
 
Articolo di Marina Viola pubblicato nel numero di settembre-ottobre 2022 della rivista "Lega Navale"
 
Foto: Whale Watch Liguria, Santuario Pelagos
 
 
Il numero completo della rivista di settembre-ottobre 2022 è disponibile qui: https://www.leganavale.it/post/47690/rivista-lni-settembre-ottobre-2022
 

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