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Centocinquanta alunni delle classi quarte Primarie dei plessi di Ravagnese, Saracinello e S.Elia hanno visitato lo storico paese di Scilla

 

La Sezione Reggio Calabria della LNI, con l’istituto Comprensivo Nosside-Pythagoras, si è recata a Scilla per visitare il borgo marinaro, la grande spiaggia di Marina Grande e lo storico castello Ruffo.

Centocinquanta alunni delle classi quarte Primarie dei plessi di Ravagnese, Saracinello e S.Elia accompagnate da un socio della sezione, hanno visitato lo storico paese di Scilla, immergendosi nella storia e nella leggenda di questa località.

Si parte da Chianalea (Chjanalèa) ossia “piana delle galee”, si percorrono le splendide viuzze del borgo marinaro e si ammirano scorci di panorama attraverso le piccolissime viuzze aperte fra casa e casa e utilizzate, tra l’altro, come approdo per tirare in secca le barche per lo scarico e carico delle attrezzature da pesca e del pescato. Brevi soste vengono utilizzate per risalire alle origini del borgo (VII - V secolo a.c.). Il primo insediamento umano viene scacciato dei Tirreni e costretto ad arretrare nella parte alta di Scilla, oggi quartiere San Giorgio. La rocca si è dimostrata un ottimo punto strategico e grazie al presidio ivi posto ha permesso ai Tirreni di esercitare un attento controllo e predominio dello stretto e del basso tirreno. I Tirreni vengono scacciati dal Tiranno Reggino Anassila il Giovane nel 493 a.c., ponendo così fine alle continue ed intollerabili razzie perpetrate dai pirati tirreni.

Altra sosta al porto, dominato dalla possente rocca ospitante il castello, per raccontare come da piccola fortificazione si è arrivati gradualmente alla costruzione del castello. Excursus attraverso le sue fasi storiche e le varie epoche: romana, cristiana, bizantina e suoi progressivi ampliamenti che lo vedono trasformarsi da forte a residenza feudale. Si passa dalle narrazioni mitologiche agli eventi naturali presenti nello stretto. Forti correnti di marea e gorghi pericolosi rendevano difficilissima e pericolosa la navigazione nello stretto di Messina, allora detto “stretto di Scilla”,eventi menzionati da Omero nell’Odissea ed enfatizzati nel mito di Scilla e Cariddi.

Pomeriggio dedicato alla visita del Castello. Visita al piccolo museo allestito nelle recuperate sale poste sulla parte più alta del castello, allora adibite a stalle e ad alloggi per i soldati ed ora mostra permanente delle arti marinare. Ampie illustrazioni della particolare flora e della fauna marina e, pezzo più significativo, una riproduzione in scala naturale di una antica imbarcazione a remi per la caccia al pescespada: u Luntri. Utilizzato fino alla fine degli anni cinquanta si avvaleva, per la caccia, della collaborazione di avvistatori che, posti nelle alture circostanti, scrutavano il mare e segnalavano gli avvistamenti tramite grida e segnalazioni con bandiere, fornendo ai marinai preziose indicazioni per dirigere la barca verso la preda.  U luntri è stato sostituito con la  “passerella”, grande imbarcazione a motore con una lunga passerella posta a prua da dove l’arpionatore ghermisce il pesce ed un’alta antenna detta “falere” da dove il “falerotu”, avvistato il pesce, dirige la barca verso la preda tramite i comandi riportati sulla parte più alta dell’antenna.

Non si è tralasciata la visita al faro che dagli anni 20 rende sicura la navigazione nelle ore notturne ed indica la rotta giusta per imboccare lo stretto di Messina. Approfondite notizie sul funzionamento e sul sistema di lettura dei fari che con la loro univoca frequanza di lampi al minuto si fanno riconoscere dando precise indicazioni del punto geografico in cui si sta navigando.